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a bandire le gare per la
distribuzione, in quanto gli enti
locali non sarebbero stati posti
in condizioni di adempiere ai
loro obblighi. Anche la Regione
Lombardia lamenta la tardiva
pubblicazione del decreto
ministeriale n. 106/2015,
arrivato in Gazzetta Ufficiale
«ben oltre la data prevista per
la pubblicazione del bando»
dei Comuni che rientravano
nel primo blocco di gare. Da
qui il certo slittamento della
pubblicazione del bando relativo
alla città di Milano.
Una situazione che resta,
dunque, magmatica. Nonostante
una serie di interventi puntuali
operati con il decreto ministeriale
n. 106/2015: dall’affinamento
della determinazione del
valore di rimborso, alle misure
riguardanti l’anticipazione degli
oneri di gara, all’incremento (al
10%) della quota spettante ai
Comuni per la remunerazione
del capitale di località, relativo ai
servizi di distribuzione e misura
o ancora all’ampliamento a tutte
le tipologie di titoli di efficienza
energetica per gli investimenti
in efficienza energetica,
agganciandoli però a «progetti di
riduzione dei consumi di energia
primaria nel territorio dell’ambito
oggetto di gara» (uno stimolo
senz’altro positivo).
Un’ulteriore dimostrazione di
un quadro ancora in (continuo)
divenire è arrivata, il 14
settembre, con la pubblicazione
– incredibile a dirsi – del primo
bando con gara d’ambito:
Varese 2 (Centro).
L’ambito raggruppa 41 comuni,
per una popolazione servita di
quasi 240mila abitanti, con oltre
110 mila punti di riconsegna
per quasi 1.400 km di rete, con
256 milioni di mc distribuiti nel
2012. Valore dell’affidamento
circa 13,4 milioni di euro all’anno
per 146,7 milioni nei 12 anni di
concessione. Non poca cosa.
Tuttavia, diffusa è la sensazione
che si tratti di un’iniziativa più
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