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84 Rab. Un’operazione che, come sappiamo, è sottoposta al vaglio di numerosi soggetti. Se non si interviene su questo aspetto rischiamo di attendere il varo delle gare tra una decina di anni. Assogas parla di semplificazione e di miglioramento del quadro attuale, non di rifacimento. Non dobbiamo ripartire da zero. Le gare si devono fare, per farle le regole a nostro avviso ci sono, salvo alcuni interventi di miglioramento. Un’altra cosa fondamentale è la partecipazione alle gare di più soggetti. Abbiamo avuto una gara molto combattuta per Milano 1, un’altra molto poco combattuta per Torino 2. Avere una platea di partecipanti potenzialmente agguerriti per avanzare diverse offerte è una condizione sine qua non perché le gare servano: se le gare non vedono una competizione effettiva dubito che tutto questo lavoro sia servito per far avanzare la qualità del servizio e alla fine produrre benefici agli utenti finali. Affinché ci siano più partecipanti alle gare è necessario accentuare le possibilità che danno facoltà ai distributori di dimensioni più contenute di crescere o di aggregarsi o di associarsi in maniera tale da costruire dei poli che possano dare credibilità alle loro offerte. Perché ciò avvenga occorre che vi sia un quadro di riferimento generale credibile, servono certezze sulla remuneratività degli investimenti e quindi un’analisi costi benefici. Il recente documento dell’Autorità relativo alla consultazione delle tariffe non è esaustivo. Va bene disporre dell’analisi costi benefici se correttamente impostata, ma è probabile che un’analisi costi benefici, con un ampio margine di discrezionalità da parte delle stazioni appaltanti di scegliersi i numeri che ne condizionano il risultato, sia essa stessa generatrice di contenziosi. Servirebbe che, o il ministero o l’Autorità, certificassero la modalità di calcolo dell’analisi costi benefici. Infine, un ultimo accenno: dobbiamo disporre di un sistema dell’analisi costi benefici semplificato, che aiuti a selezionare gli obiettivi effettivamente raggiungibili».