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Rab. Un’operazione che, come
sappiamo, è sottoposta al vaglio
di numerosi soggetti. Se non
si interviene su questo aspetto
rischiamo di attendere il varo
delle gare tra una decina di anni.
Assogas parla di semplificazione
e di miglioramento del quadro
attuale, non di rifacimento. Non
dobbiamo ripartire da zero. Le
gare si devono fare, per farle
le regole a nostro avviso ci
sono, salvo alcuni interventi di
miglioramento. Un’altra cosa
fondamentale è la partecipazione
alle gare di più soggetti.
Abbiamo avuto una gara molto
combattuta per Milano 1,
un’altra molto poco combattuta
per Torino 2. Avere una platea
di partecipanti potenzialmente
agguerriti per avanzare diverse
offerte è una condizione sine
qua non perché le gare servano:
se le gare non vedono una
competizione effettiva dubito che
tutto questo lavoro sia servito
per far avanzare la qualità del
servizio e alla fine produrre
benefici agli utenti finali. Affinché
ci siano più partecipanti alle
gare è necessario accentuare
le possibilità che danno facoltà
ai distributori di dimensioni
più contenute di crescere o di
aggregarsi o di associarsi in
maniera tale da costruire dei
poli che possano dare credibilità
alle loro offerte. Perché ciò
avvenga occorre che vi sia un
quadro di riferimento generale
credibile, servono certezze sulla
remuneratività degli investimenti
e quindi un’analisi costi
benefici. Il recente documento
dell’Autorità relativo alla
consultazione delle tariffe non
è esaustivo. Va bene disporre
dell’analisi costi benefici se
correttamente impostata, ma
è probabile che un’analisi costi
benefici, con un ampio margine
di discrezionalità da parte delle
stazioni appaltanti di scegliersi
i numeri che ne condizionano
il risultato, sia essa stessa
generatrice di contenziosi.
Servirebbe che, o il ministero
o l’Autorità, certificassero la
modalità di calcolo dell’analisi
costi benefici. Infine, un ultimo
accenno: dobbiamo disporre
di un sistema dell’analisi costi
benefici semplificato, che
aiuti a selezionare gli obiettivi
effettivamente raggiungibili».