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16 e direttore del dipartimento Certificazione e ispezione di Accredia e, infine, il direttore tecnico di CIG. Mocchio ha affrontato il tema del ruolo delle UNI/PdR a supporto dello sviluppo delle competenze professionali. «Le prassi di riferimento UNI/ PdR – ha detto Mocchio – sono un prodotto della normazione per il trasferimento dell’innovazione; sono elaborate sulla base di un rapido processo di condivisione ristretta a pochi esperti. Sono pensate per contribuire allo sviluppo di future attività di normazione. Contengono specificazioni tecniche riguardanti argomenti di tutti i settori innovativi, buone pratiche, applicazioni particolari di norme esistenti, modelli di gestione sperimentati a livello locale, disciplinari proprietari. Sono a diffusione gratuita e ad applicazione sperimentale». Le prassi di riferimento, com’è noto, sono elaborate da un gruppo di esperti di organizzazioni rappresentative del mercato cui è destinata la prassi. A loro possono aggiungersi altri esperti del sistema UNI, per portare esperienze specifiche in ambiti limitrofi già normati. Il tavolo di lavoro opera in modo indipendente e al di fuori degli organi tecnici dell’ente di normazione. La responsabile della Divisione innovazione dell’UNI ha poi ricordato il processo di elaborazione delle PdR, che prevede tre fasi: inquadramento, contratto e avvio del progetto. La prima fase si occupa di individuare dei committenti e di raccogliere le esigenze, della verifica del contesto normativo nazionale, europeo e internazionale, di individuare gli eventuali esperti del sistema normativo da coinvolgere e infine di valutare la politica-strategica dell’ente di normazione. La seconda fase, quella del contratto, si occupa di formalizzare il contratto tra l’UNI e i committenti e definire titolo, scopo, tempi, risorse, azioni di diffusione e aspetti economici. La terza fase, di avvio del progetto, si occupa della diffusione dell’informazione sul