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e direttore del dipartimento
Certificazione e ispezione di
Accredia e, infine, il direttore
tecnico di CIG.
Mocchio ha affrontato il tema del
ruolo delle UNI/PdR a supporto
dello sviluppo delle competenze
professionali.
«Le prassi di riferimento UNI/
PdR – ha detto Mocchio
– sono un prodotto della
normazione per il trasferimento
dell’innovazione; sono elaborate
sulla base di un rapido processo
di condivisione ristretta a
pochi esperti. Sono pensate
per contribuire allo sviluppo di
future attività di normazione.
Contengono specificazioni
tecniche riguardanti argomenti
di tutti i settori innovativi, buone
pratiche, applicazioni particolari
di norme esistenti, modelli di
gestione sperimentati a livello
locale, disciplinari proprietari.
Sono a diffusione gratuita e ad
applicazione sperimentale».
Le prassi di riferimento,
com’è noto, sono elaborate
da un gruppo di esperti di
organizzazioni rappresentative
del mercato cui è destinata
la prassi. A loro possono
aggiungersi altri esperti del
sistema UNI, per portare
esperienze specifiche in
ambiti limitrofi già normati. Il
tavolo di lavoro opera in modo
indipendente e al di fuori degli
organi tecnici dell’ente di
normazione.
La responsabile della Divisione
innovazione dell’UNI ha
poi ricordato il processo di
elaborazione delle PdR, che
prevede tre fasi: inquadramento,
contratto e avvio del progetto.
La prima fase si occupa di
individuare dei committenti
e di raccogliere le esigenze,
della verifica del contesto
normativo nazionale, europeo
e internazionale, di individuare
gli eventuali esperti del sistema
normativo da coinvolgere e infine
di valutare la politica-strategica
dell’ente di normazione.
La seconda fase, quella
del contratto, si occupa di
formalizzare il contratto tra l’UNI
e i committenti e definire titolo,
scopo, tempi, risorse, azioni di
diffusione e aspetti economici.
La terza fase, di avvio del
progetto, si occupa della
diffusione dell’informazione sul