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C I G
M A G A Z I N E
provvedimento del 23 gennaio
2012, che definisce lo schema di
certificazione per la sostenibilità.
Il Comitato Termotecnico Italiano
sta infine ultimando i lavori di
revisione delle norme che trattano
il tema della sostenibilità degli
operatori del biometano e del
biogas.
Per quanto riguarda i soggetti
coinvolti dal decreto del 23
gennaio 2012 relativo al sistema
nazionale di certificazione
per biocarburanti e bioliquidi,
troviamo i ministeri dell’Ambiente,
dello Sviluppo economico e
dell’Agricoltura e il GSE. Tra i
soggetti chiamati in causa vi è
anche Accredia, l’ente nazionale
di accreditamento, che controlla
e definisce le regole valide per
gli organismi di certificazione
che devono essere accreditati e,
infine, gli operatori economici che
costituiscono la filiera.
All’interno di questo quadro
normativo generale, vi è il lavoro
di CIG e dello stesso CTI: il primo
ha il compito di sviluppare le
specifiche di immissione in rete
del biometano e altre norme a
corredo; il secondo di sviluppare
norme specifiche per gli operatori
diversi ambiti e precisamente in
nove aree tematiche, tra cui il
biometano. All’interno di questa
tematica sono ricomprese
altre fonti rinnovabili, oggetto
dell’attività di normazione, come
i bioliquidi, l’energia da rifiuti, il
solare, i biocombustibili e altri
ancora.
In materia di sostenibilità, il
quadro legislativo all’interno
del quale ci si muove si rifà alla
direttiva 2009/28/CE sulle fonti
rinnovabili (RED 1), poi al decreto
legislativo 28/2011, che recepisce
la direttiva, quindi alla direttiva
2009 che contiene le specifiche
relative a benzina, combustibili
diesel e gasolio, al decreto
legislativo 55/2011 di recepimento
della direttiva 2009/30, al
decreto ministeriale 2012 sulla
certificazione nazionale della
sostenibilità dei biocarburanti e dei
bioliquidi, al decreto ministeriale
del 2 marzo 2018 sul biometano
e, infine, la direttiva Ue 2018/2001
RED 2, ancora da recepire
nell’ordinamento nazionale.
Il quadro normativo è attualmente
oggetto di revisione in
relazione alla pubblicazione del
decreto che rivede l’analogo