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44 350 mila tonnellate. Alcuni di questi impianti sono ancora impianti di solo compostaggio, mentre diversi sono stati trasformati in impianti di digestione aerobica. Il primo impianto trasformato in produzione di biometano è stato quello di Sant’Agata Bolognese. Si trattava di un ex impianto di compostaggio, con una capacità di circa 60 mila tonnellate l’anno, che è stato trasformato in impianto integrato di digestione aerobica e di compostaggio con upgrading del biogas a biometano, aumentando le proprie capacità di trattamento: da 60 mila tonnellate a circa 135 mila. Nel Sud d’Italia, dove permane ancora una forte carenza impiantistica, va ricordata l’esperienza di Rende, comune in cui la Calabria Maceri in poco tempo ha trasformato il suo impianto di compostaggio e che oggi arriva a produrre biogas grazie all’impianto di digestione aerobica di tipo dryflow, con un processo di raffinazione upgrading, con immissione nella rete Snam. Gli altri impianti funzionanti sono quelli di Finale Emilia (Aimag, 50 mila tonnellate all’anno), Foligno (Asja Ambiente, 53.500), Sarmato (Maserati Energia, 50 mila) e Faenza (Caviro, 255 mila).