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45 C I G M A G A Z I N E elevati. Secondo, occorre introdurre specifici divieti o limitazioni di installazione dei suddetti impianti a biomassa solida (legna e pellet), soprattutto quando sono disponibili sistemi di riscaldamento alimentati a combustibili gassosi che non presentano problematiche connesse alla qualità dell’aria. Terzo, occorre prevedere, anche per gli impianti a biomassa, anche con potenza inferiore ai 5 Kw, appositi controlli di manutenzione e di efficienza con cadenza almeno annuale, nonché la registrazione dei dati relativi ai controlli stessi e al quantitativo di prodotto utilizzato nell’ambito del catasto degli impianti termici: ciò proprio al fine di controllare e monitorare le emissioni derivanti dall’impiego degli impianti di riscaldamento alimentati a biomassa. Preme sottolineare come le misure incentivanti sul prodotto a oggi in vigore premino un mercato a vocazione principalmente estera, in considerazione del fatto che oltre l’85% dei volumi di pellet consumati in Italia – che sono pari a 3,5 milioni di tonnellate e che posizionano l’Italia al primo posto al mondo per consumi nel settore riscaldamento domestico – sono importati”. linea anche con il recente Protocollo di intesa che istituisce il Piano d’azione per il miglioramento della qualità dell’aria, oltre che essere congruente con le risultanze dei differenti studi scientifici prodotti da numerosi enti e istituti pubblici che mostrano come il settore del riscaldamento domestico legato all’utilizzo di combustibili solidi, sia il più impattante in materia di qualità dell’aria. Per Assogasliquidi occorre quindi giungere a un contenimento dei volumi di biomassa solida utilizzata nel settore termico domestico (non prevedendo una costanza dei volumi di consumo), anche in considerazione del fatto che l’eventuale sostituzione di impianti obsoleti con impianti di alta gamma dovrebbe comportare di conseguenza una migliore efficienza energetica degli stessi. “Nel settore termico – ha concluso Caroselli – deve essere garantita quindi un’inversione delle scelte fino ad ora adottate, attraverso tre misure. Primo, la revisione sostanziale degli attuali strumenti di incentivazione – conto termico e detrazioni fiscali – che, attualmente, sovvenzionano in modo rilevante l’acquisto di caldaie e stufe con emissioni di polveri e di benzopirene