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a garantire la qualità del servizio”.
Anni fa, su questo tema,
all’interno di UNI ha preso avvio
l’attività di un gruppo di lavoro
per la creazione di una nuova
specifica per la gestione condivisa
della banda di comunicazione alla
frequenza di rete di 169 Mhz.
“Si sta lavorando a una normativa
– prosegue Consonni – che,
partendo da una ricognizione
dei possibili impieghi, presenti
e futuri, offra indicazioni circa
gli utilizzi condivisi, come ad
esempio la modalità di accesso
alla rete, la minimizzazione dei
conflitti, l’analisi dell’occupazione
di banda in funzione del servizio
ipotizzato sulle diverse utility, la
definizione dello stato attuale
di utilizzo dei canali, eccetera. I
primi risultati ottenuti dalle analisi
effettuate sui dati delle utility
indicano che l’occupazione di
questa banda, per la telelettura
e per le telegestione del gas, è
piuttosto bassa. L’occupazione
diventa invece importante per la
chain 2, perché il collegamento
tra il contatore e il terminale
dell’utente, in termini di risparmio
energetico, richiede una
frequenza di comunicazione tale
per cui occorrerebbe disporre di
un canale dedicato, circostanza
impossibile da realizzarsi in quanto
la legge stabilisce la libertà del
canale. È per questo motivo che
nella specifica diffusa dal Comitato
13 di CEI si suggerisce l’uso di un
canale in funzione di default”.
Chi, nei successivi interventi del
Forum, ha trattato il tema delle
peculiarità delle reti a 169 Mhz
è Massimo Cesaro, capo ufficio
tecnologie di SensorNet, una
società partner della piattaforma
di networking Trilliant Networks e
rappresentante della stessa per l’Italia.