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nelle utility dell’energia” era
l’argomento proposto alla platea
dei presenti, trattato da numerosi
interventi di esperti. Tra questi,
in apertura dei lavori, quello di
Luisa Franchina, presidente
dell’AIIC, l’Associazione
Italiana Infrastrutture Critiche,
un’organizzazione scientifica che
dal 2006 si occupa di questi temi.
“L’Italia, anche se un po’ in
ritardo rispetto ad altre realtà – ha
affermato la presidente di AIIC –
si sta muovendo nella direzione
indicata dalle migliori esperienze
internazionali. Si è dotata di un
nuovo Piano nazionale per la
protezione cibernetica e sicurezza
informatica (vedasi box a pagina
22): un piano che definisce una
nuova architettura e una nuova
catena di comando e controllo
rispetto al rischio cibernetico.
Un’architettura che prevede la
centralizzazione delle informazioni
nella presidenza del Consiglio dei
Ministri, attraverso una serie di
entità tra cui quella dei servizi di
sicurezza nazionale”.
Anche l’intelligence italiana,
insomma, entra in campo contro
gli attacchi cibernetici e informatici
e si trasforma, stando almeno
a ciò che sta scritto nel Piano
nazionale, in una presenza molto
più trasparente e presente,
una sorta di Protezione civile
della sicurezza informatica. Una
struttura di pronto intervento, che
risponde a una precisa catena di
comando, in occasione di attacchi
alle strutture sensibili e critiche del
sistema economico e istituzionale
del nostro Paese.
Ma quali sono i punti di attenzione
a cui guarda prioritariamente
il nostro sistema di sicurezza
nazionale? Sicuramente l’Industria
4.0, settore in cui l’importanza dei
dati a supporto delle decisioni si
rivela fondamentale.
Un punto di osservazione
importante rispetto allo stato
dell’arte circa la sicurezza
cibernetica è certamente
rappresentato dal lavoro svolto dal
Dipartimento delle informazioni per
la sicurezza, il DIS, che dipende
dalla presidenza del Consiglio dei
Ministri, che qualche mese fa ha
prodotto la Relazione annuale
per il Parlamento, documento
che fa emergere alcune tendenze
interessanti.
“La prima cosa che la relazione
del DIS evidenzia – prosegue