#cheauto! Luglio/Agosto 2016 | Page 5

? chedire Formula Radio di Vittorio Gargiulo Monta l’onda della protesta sulla gestione del motorsport ai più alti livelli. Dopo la surreale prima ora di gara a Le Mans (una pressoché inutile processione dietro alla safety car) la partenza del Gran Premio d’Inghilterra a Silverstone, con le auto incolonnate dietro alla safety car pure in questa occasione, ha suscitato il totale disappunto da parte dei fans. Negli ultimi anni la Formula 1 è andata via via allontanandosi dai semplici principi della competizione per avvitarsi, o meglio avvilupparsi, al totem di un rinnovamento spesso sconclusionato, artefatto, senza una direzione precisa. Ovviamente ogni modifica regolamentare comporta il sorgere di controindicazioni, problemi, complicazioni nella gestione tecnica, sportiva e strategica di team e gare. Il problema è che, a quanto pare, la soluzione a queste “complicazioni” è più o meno sempre stata quella di aggiungere altre complicazioni. Mi spiego, rifacendomi a quanto accaduto a Silverstone a Nico Rosberg, penalizzato per aver ricevuto indicazioni non ammesse dal muretto box. Orbene, assunto che le comunicazioni radio possono indurre a supportare il pilota con consigli tecnici e strategici, se si considera ciò un indebito aiuto tale aiuto deve essere impedito. Sin qui siamo tutti d’accordo. A questo punto la logica suggerirebbe il provvedimento più semplice, lineare e diretto per impedire questi aiuti: impedire del tutto questi contatti radio e tornare ai cartelli informativi dal muretto. Invece no, la soluzione cervellotica è che si può stare in contatto con il pilota ma senza dirgli nulla che possa influire sul suo comportamento. Ci domandiamo: e allora cosa gli raccontiamo di bello al nostro pilotino? Gli diamo in diretta i risultati delle partite? oppure gli chiediamo dove vuole andare a cena? Suvvia, siamo logici e razionali e smettiamola di prenderci in giro! Gli “spotter” in NASCAR hanno precisamente il compito di aiutare via radio il pilota a gestire le situazioni di traffico e lo stesso accade in motonautica, ove la visibilità è sempre ridottissima (a causa delle scie) e gli specchietti retrovisori sono perennemente bagnati. Ovviamente in Formula 1 la situazione è differente, non c’è bisogno degli “spotter”, ma se permettiamo ai box di parlare al pilota è ovvio che ci sia un minimo di scambio di informazioni. Quindi aboliamo le radio oppure lasciamoli interagire. Tanto più che la regola del dire senza aiutare, del poter informare ma solo fino a un certo punto (e per di più senza certezza e chiarezza della pena in caso di infrazione) sembra fatta apposta per innescare polemiche, discussioni, reclami, appelli e contro-appelli… insomma roba da toghe e non da tute… P.S.: …e se parliamo di sicurezza è sufficiente che in contatto con i piloti ci stia la direzione gara