CDA Dicembre 2021 | Page 35

Focus Trattamento acqua tecnologica mico in caldaia e generare forti surriscaldamenti delle superfici . Già negli anni 80-90 le norme DIN prescrivevano tubazioni impermeabili al vapore ossia con barriera ossigeno . Oggi sono consolidate nel mercato e scontate nella scelta delle tubazioni per impianti radianti . Una permeabilità all ’ ossigeno inferiore a 0,1 mg /( l giorno ) a 40 ° C può essere ritenuta comunque sicura da danni di corrosione da ossigeno in un impianto . Viceversa , tubazioni permeabili al vapore usate in passato si arrivava a valori nell ’ ordine di 5 mg /( l giorno ) di ossigeno . E se come detto prima per la Legge di Henry un ’ acqua potabile possiede circa 10 g / m 3 di ossigeno con semplici calcoli arrivavano a produrre in una stagione più di 3 kg / m 3 di fanghiglia sotto forma di ruggine nell ’ impianto . Ecco la convenienza di utilizzare materiali impermeabili ai gas , ovvero tubazioni con barriera ossigeno . E nel riammodernamento ed efficientamento dei vecchi impianti conviene per sicurezza separare fisicamente i due circuiti in primario e secondario con uno scambiatore di calore .
Eliminazione dell ’ aria e dei gas e i disareatori automatici Troppo spesso si ritiene erroneamente che dopo il primo riempimento degli impianti non si necessiti di ulteriori e successivi sfiati dell ’ aria presente . Quindi in primis bisogna realizzare e progettare l ’ impianto pensando ai “ punti alti ” di sfiato manuali ovvero automatici , da posizionare in sommità e nei corpi scaldanti . Sfiati automatici opportunamente scelti e pensati vanno posizionati nella rete ; se sono troppo piccoli non vanno bene perché presto si incrostano e comunque fanno passare microbolle o bolle di piccole dimensioni . Era prassi installare un “ barilotto ” detto polmone di raccolta gas nella parte alta dell ’ impianto dotato di sfiato manuale di opportune dimensioni . Ecco quindi l ’ importanza di liberare questi gas e ossigeno in modo automatico . Per evitare e ridurre i fenomeni descritti , anche la nuova UNI 8065 , consiglia l ’ installazione di disaeratori automatici . Questi sono in grado di eliminare l ’ aria formatasi nell ’ impianto in modo automatico , sfruttando il principio di continuità ,
ALL ’ INSTALLATORE DI UN IMPIANTO TERMICO È RICHIESTA LA PRIMA COMPILAZIONE DEL LIBRETTO D ’ IMPIANTO DI CLIMATIZZAZIONE E QUINDI LA PARTE RELATIVA AL TRATTAMENTO DI CUI STIAMO PARLANDO . AL MANUTENTORE INCARICATO DAL RESPONSABILE DELL ’ IMPIANTO SPETTA POI L ’ AGGIORNAMENTO DEL LIBRETTO D ’ IMPIANTO
ossia riducendo la velocità al loro interno e facendo passare l ’ acqua con l ’ aria formatasi attraverso una rete metallica dove le microbolle vengono in un qualche modo catturate e fatte sfiatare poi per gravità verso l ’ alto attraverso degli sfiati automatici . I disaeratori possiamo definirli come captatori ed eliminatori d ’ aria nell ’ impianto di climatizzazione e fanno funzionare gli impianti con acqua con poca aria e pertanto poco ossigeno ; scongiurando la corrosione da ossigeno spiegata in precedenza . In commercio si trovano disareatori automatici che vanno da diametri piccoli nell ’ ordine del DN 20 fino a DN 300 mm . Da una certa dimensione gli
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