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Il sostituto Procuratore della Repubblica Emilio Alessandrini si occupa con
notevole impegno del processo per la strage di Piazza Fontana che è stato tra-
sferito dall’autorità giudiziaria di Roma a quella di Milano.
Il magistrato la mattina del 29 gennaio accompagna alle 8,30 il figlio alla
scuola elementare e allorchè si dirige nuovamente verso casa per parcheggiare
viene aggredito da due persone mentre è fermo al semaforo all’incrocio tra
Viale Umbria e Via Muratori a Milano. Il commando esplode contro Ales-
sandrini numerosi colpi di pistola che lo uccidono sul colpo
ALESSANDRINI
La mattina dell’attentato, un gruppo di sostituti, con il
procuratore capo è salito al Quirinale:
«Pertini era addolorato in modo sincero e anche partico-
larmente incazzato. Aveva saputo in qual momento che
pochi mesi prima, nel settembre 1978, una foto di Ales-
sandrini era stata trovata a Milano in una appartamento
abitato da uno dei capi di Prima Linea. E nonostante
questo Emilio
scorta! »
non aveva mai avuto una
Nel 1980, in quattro giorni, sono uccisi da Prima Linea tre magi-
strati: Nicola Giacumbi, il 16 marzo a Salerno, Girolamo Minervi-
ni, il 18 marzo a Roma e Guido Galli il 19 marzo a Milano
GALLI
Un amico e collega di Emilio Alessandrini, all’obitorio di
Milano:
«Aveva un segno sopra l’orecchio, come se gli avessero
dato il colpo di grazia. Poi un altro segno in fronte. In
quel momento la prima cosa che ho pensato è stata la
sua età: era del luglio 1942, non aveva ancora compiuto
37 anni».
Prima il dolore per la morte e l’indignazione per il gesto
infame. «Poi è subentrato un sentimento di paura abba-
stanza profondo. Molti hanno pensato: “Può succedere
anche a me”. Un sentimento di paura che viene reso
ancora più acuto da quel che avviene ‘dopo’: la sorte di
una famiglia, una tranquilla felicità distrutta, che cosa
resta di una moglie e di un figlio…
E allora molti cercano di non farsi vedere, di non farsi
sentire. Io questo, l’ho visto alla Procura di Roma dopo
la morte di Emilio. Si tentava di fare una riunione e ci si
ritrovava in sei o sette». (da Utopia armata)
Marco Alessandrini fa l’avvocato a Pescara, la città di
suo padre.
« Sento il dovere di dare il mio contributo ad
alimentare ‘il vizio della memoria’. Non è
vero che il tempo è un grande medico : mia
madre aveva trentaquattro anni quando le uccisero il
marito. In un certo senso non si è mai mossa da quel 29
gennaio. Siamo rimasti in silenzio per un
quarto di secolo, ma oggi soffriamo per
questa peculiarità italiana che lascia sgomenti:
gli ex terroristi che diventano maîtres à penser, scrivo-
no libri, rilasciano dotte interviste. È stato creato un au-
tentico filone culturale, bisogna prenderne atto».
(da I silenzi degli innocenti)
Bianca Berizzi, vedova del giudice Galli:
« Il terrorismo è stato protetto da tanta gente, contava su
una ragnatela fitta di simpatizzanti, una rete impermeabile
di fiancheggiatori e si è rafforzato sulle inefficienze dello
Stato . L’elemento di rottura sono stati i pentiti, senza di loro non si sarebbe
riusciti a sconfiggerlo (…). Purtroppo oggi i media danno voce ai terroristi, che
non aspettano altro di meglio. Io darei il reato associativo a chi li intervista, non
posso avere la minima indulgenza. Hanno colpito la persona a me più cara,
hanno colpito anche i miei figli che non hanno vissuto le goliardate, gli scherzi, i
gavettoni, la spensieratezza della loro età. L’unica consolazione è che due di essi,
Carla e Alessandra, sono diventati magistrati». (da Terrorismo. L’altra storia)
«Il 24 novembre 1985, quasi 22 anni fa, è stato inaugurato quest’edificio,
sede allora della Pretura di Saronno, oggi della Sezione Distaccata del Tribu-
nale di Busto Arsizio e del Giudice di Pace. Il Comune dedicò l’aula delle
udienze penali a Guido Galli e decise di apporre all’ingresso una targa.
L’abbiamo vista entrando e la rivedremo poi, a conclusione di questa nobile
cerimonia, voluta dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati e patrocinata dallo
stesso Comune. Dice la targa: Quest’aula è dedicata a Guido Galli, magistrato
e giurista, caduto, vittima del terrorismo, il 19 marzo 1980, nell’Università
degli Studi di Milano. Il collega Silvio Mazza, ora avvocato, ed io eravamo
allora pretori a Saronno. Avevamo fortemente voluto questa dedica. (...)
Ecco cosa dirò: dapprima riporterò alla memoria la figura di Guido Galli. (...)
Per il primo dei miei scopi, utilizzerò uno strumento moderno: vale a dire IN-
TERNET, mezzo tipico dei giovani che – giustamente si è detto – devono
sapere e devono ricordare; è un mezzo, poi, che consente ottime ricerche, se
il fine è onesto. Partiamo dai dati della targa e digitiamo, con il più diffuso
motore di ricerca (Google), la frase “Guido Galli” e le parole: “magistrato” e
“1980”. Otteniamo 169 collegamenti. Non è molto, ma consente a chiunque,
anche a chi non lo ha conosciuto, di tracciare un profilo preciso.
Compare il sito delle vittime del terrorismo. Il sito si chiama,
appunto, www.vittimeterrorismo.it. Vi esorto ad appuntarlo
e a dire ai vostri figli di inserirlo fra i preferiti! (...)»
(di Gian Luigi Fontana, sostituto procuratore generale presso la Corte d’Appello
di Milano, In Ricordo Di Guido Galli 27 anni dopo la morte 18 Marzo 2007)
Girolamo Tartaglione è magistrato, sostituto
Procuratore della repubblica a Napoli. Arri-
vato a 65 anni rifiuta il pensionamento per
continuare a lavorare come direttore generale
degli Affari penali a Roma dove, rientrando
dal ministero di Grazia e Giustizia, viene
ucciso il 10 ottobre 1978
Lorenzo FORLEO,
appuntato CC,
a Carpendolo (BS) il Lino GHEDINI,
brigadiere P.S.,
a Rho (Mi) il Giuseppe CIOTTA,
agente P.S.,
a Torino il Claudio GRAZIOSI,
agente P.S.,
a Roma il Fulvio CROCE,
avvocato,
a Torino il Antonio CUSTRA,
vice brigadiere P.S.,
a Milano il Ernesto BERNINI,
orefice,
a Milano il
18.02 19.02 12.03 22.03 28.04 14.05 19.05
1977
17.02 10.03
A Roma il segretario della CGIL,
Luciano Lama, viene violentemente
contestato all'Università La Sapienza
da giovani aderenti a posizioni
extraparlamentari Il Parlamento in seduta comune
vota il rinvio a giudizio degli ex
ministri Luigi Gui e Mario Tanassi
per corruzione aggravata a danno
dello Stato (scandalo Lockheed)