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Aldo Moro, cattedratico e uomo politico. Principale
artefice della politica di centro-sinistra, più volte
ministro e presidente del Consiglio. Dal '76 è pre-
sidente della Democrazia Cristiana e favorisce
l'avvicinamento del Pci al governo.
Il 9 maggio 1978, dopo una prigionia di 55 giorni nel covo
di Via Montalcini, il cadavere di Aldo Moro fu ritrovato
il 9 maggio nel baule posteriore di una Renault 4 rossa a
Roma, in via Caetani.
LE LETTERE DI MORO
« (…) Emerge netta la sensazione di fondo che sugli originali di queste carte non sia
stata ancora detta l’ultima parola. Bisogna avere fiducia nel futuro, nelle generazioni
che verranno.Del resto, fu proprio il suo profetico autore a prevederlo per primo in una
lettera alla moglie giunta a destinazione solo nell’ottobre 1990:
“Avevo scritto a tutti i nostri cari in punto di morte, con l’animo aperto in quel momen-
to supremo. Volevo lasciare qualche certezza di amore e qualche motivo di riflessione.
Ed ora temo che tutto questo sia disperso, per ricomparire, se comparirà, chissà
quando e dove.”
Ad esempio, in un covo milanese come dattiloscritto nell’ottobre 1978, dietro un tra-
mezzo in fotocopia di manoscritto dodici anni dopo, oppure in originale nella cassetta di
sicurezza di qualche istituto bancario o negli archivi di un servizio segreto, “chissà
quando e dove”.
Oggi, trent’anni dopo, possiamo sostenere che l’epistolario di Aldo Moro è certamente
mutilo, l’esatta metafora di una verità negata su questa vicenda. Una ferita che
non si rimargina e continua a ledere l’identità politica, civile e
morale di questo paese, che non sa e non vuole dimenticare. È una
storia di tutti, una storia italiana, che riguarda non solo il passato,
ma il presente della comunità nazionale, le ragioni del nostro stare
insieme ». (da Lettere dalla Prigionia)
RICCI
Maria Rocchetti, vedova dell’appuntato dei carabinieri Domenico Ricci:
«La mattina di quel giovedì 16 marzo io con i miei due figli eravamo in casa, in
quanto io casalinga e loro, Paolo 9 anni e Giovanni 11, sarebbero andati a
scuola il pomeriggio per le note difficoltà dell’epoca nel reperimento di inse-
gnanti, con la conseguente doppia turnazione nelle scuole statali. Alle ore
09.30 circa avendo la radio accesa, venni a conoscenza della notizia di un gra-
vissimo attentato che aveva interessato l’On. Aldo Moro e la sua scorta. Notizie
frammentate e non attendibili nei primi momenti; il panico e l’angoscia mi ra-
pirono nel pieno della loro devastante forza, le lacrime copiose cominciarono a
prendere il sopravvento su quella che era la mia naturale forza d’animo, cosa
mai era successo a mio marito? Le notizie date dai telegiornali dell’epoca co-
minciarono poi a farsi più certe, e nel mio cuore cominciai ad avere consapevo-
lezza di ciò che mai una moglie vorrebbe che le fosse annunciato: la morte del
proprio amato (...). La nebbia che quella mattina aveva offuscato la mia
mente cominciò a dissiparsi verso le ore 13 quando un ufficiale dell’Arma si
presentò alla mia porta con il volto costernato di colui che non vorrebbe mai
dare quell’efferata notizia: “Signora mi dispiace, per suo marito non c’è più
nulla da fare…è morto”. Eppure sembrava che dalle prime notizie una labile
speranza ci fosse, sentivamo dire che ci fossero dei feriti, speravamo, prega-
vamo, pensavamo insieme ai miei figli “…Signore nostro anche invalido per
tutta la vita ma almeno vivo”, ma, come le foglie d’autunno vengo-
no spazzate via da una improvvisa folata di vento, la
nostra vita venne annientata in un momento, nell’attimo
della piena consapevolezza di quanto fosse accaduto .
Per tutta la mia vita ricorderò quel terribile momento,
l’immagine di quanto poi trasmesso dalla televisione di
Stato l’ho ancora stampata nella mia mente, come ri-
marrà in quella dei miei poveri figli: le autovetture cri-
vellate di colpi e il corpo di mio marito trucidato con
decine di colpi! E quando uno dei miei figli ebbe a rico-
noscere il suo povero papà dall’orologio, il mondo, la
vita, le speranze della mia famiglia sono crollate come
un debolissimo castello di carte che cade».
(da l’intervista di Manuel Fondato)
A Roma in via Mario Fani il 16
Marzo 1978 per rapire Aldo Moro
vengo uccisi:
la guardia di PS Raffaele Iozzino,
il maresciallo dei CC Oreste Leonardi,
l’appuntato dei CC Domenico Ricci,
la guardia di PS Giulio Rivera e
il vice-brigadiere di PS Francesco Zizzi
Enrico PEDENOVI,
consigliere provinciale MSI,
a Milano il Francesco COCO, magistrato,
Antioco DEJANA, appuntato CC e
Giovanni SAPONARA, agente P.S.,
a Genova il Vittorio OCCORSIO,
magistrato,
a Roma il Francesco CUSANO,
vice Questore,
a Biella il Prisco PALUMBO,
agente P.S.,
a Roma il
20.04 08.06 10.07 01.09 14.12
1976
12.02 20.06 31.07 02.08 02.11 09.11
Cina: 01.12
5° Governo
Moro.
Coalizione:
monocolore
DC VII Legislatura
della Repubblica
italiana 3° Governo Andreotti.
Coalizione:
monocolore DC con
astensioni di PCI, PSI,
PSDI, PLI e indipendenti
di sinistra Con decreto viene
istituito l’Ispettorato
generale contro
il terrorismo A Ostia Pier Paolo
Pasolini muore
ucciso da un
‘ragazzo di vita’ Muore
Mao Tse-Tung,
leader della Cina
moderna A Roma il Consiglio Europeo
decide la data della prima
elezione a suffragio universale
diretto del Parlamento Europeo