l’umore
Le emozioni condizionano la nostra salute e la nostra efficienza. Non è certo
una novità. Ma ulteriori ricerche lo confermano.
Maurice Schweitzer, professore alla Wharton School, della University of
Pennsylvania, assieme a Francesca Gino della Carnegie Mellon University,
hanno recentemente pubblicato UNO STUDIO IN CUI DIMOSTRANO
COME LE EMOZIONI POSITIVE RENDANO LA PERSONA PIÙ APERTA E
DSPONIBILE NEI CONFRONTI DEGLI ALTRI.
ALTRI
I due ricercatori così affermano: "Gli
individui, quando provano fiducia e
gratitudine sono molto aperte ad accogliere i suggerimenti di coloro che si
trovano in uno stato interiore neutro.
Queste ultime sono comunque più ricettive di coloro che invece si trovano in
uno stato alterato da emozioni negative."
Questa capacità di apertura è davvero
molto importante. SIAMO ANIMALI
GREGARI, TUTTA LA NOSTRA VITA
HA A CHE FARE CON L'ALTRO. E se
L'ALTRO
anche non si fosse molto sociali, ci sono
situazioni che comunque includono gli
altri: in famiglia, a scuola, sul lavoro.
Non si possono escludere.
La ricerca di Schweitzer e Gino sottolinea come NEL PRENDERE DELLE
DECISIONI VENIAMO FORTEMENTE
INFLUENZATI DAL NOSTRO STATO
EMOTIVO. Difficilmente stiamo ai fatti,
EMOTIVO
ovvero prendiamo in esame i pro e i
contro per poi scegliere quello che statisticamente si dimostra il miglior passo
da intraprendere. Magari iniziamo
anche con il buon proposito di essere
obiettivi e atenerci a questa analisi, solo
che poi, se non facciamo attenzione, scivoliamo nelle emozioni che ci portano a
scegliere ciò che risponde meglio al
nostro stato interiore. Perdendo l'obiettività.
Schweitzer e Gino durante la loro ricerca hanno influenzato lo stato emotivo
dei partecipanti facendoli assistere a vari
spezzoni di film famosi, a seconda che
volessero stimolare rabbia, impotenza,
paura, o senso di appagamento. Dopo di che, attraverso un test, hanno esaminato il loro modo di reagire alle richieste.
Coloro che avevano sperimentato sentimenti negativi durante la visione si
dimostrarono evidentemente più chiusi e in difensiva, mentre coloro che avevano provato delle emozioni positive erano più aperti e disponibili.
In poche parole, I PARTECIPANTI HANNO RISPOSTO IN BASE AL LORO
STATO EMOTIVO E NON BASANDOSI SULLA PIÙ O MENO EVIDENTE
RAGIONEVOLEZZA DELLA RICHIESTA!
Comprendere tali nostre spontanee reazioni ci permette di diventare più attenti e obiettivi quando ci troviamo di fronte a situazioni in cui viene richiesta una
nostra risposta a delle sollecitazioni esterne. Imparare a essere meno coinvolti
nell’emozionale è il primo passo per mantenere la propria obiettività e prendere così decisioni più sagge.