Casa Manuelli Magazine Inverno 2015 | Page 9

l’umore Le emozioni condizionano la nostra salute e la nostra efficienza. Non è certo una novità. Ma ulteriori ricerche lo confermano. Maurice Schweitzer, professore alla Wharton School, della University of Pennsylvania, assieme a Francesca Gino della Carnegie Mellon University, hanno recentemente pubblicato UNO STUDIO IN CUI DIMOSTRANO COME LE EMOZIONI POSITIVE RENDANO LA PERSONA PIÙ APERTA E DSPONIBILE NEI CONFRONTI DEGLI ALTRI. ALTRI I due ricercatori così affermano: "Gli individui, quando provano fiducia e gratitudine sono molto aperte ad accogliere i suggerimenti di coloro che si trovano in uno stato interiore neutro. Queste ultime sono comunque più ricettive di coloro che invece si trovano in uno stato alterato da emozioni negative." Questa capacità di apertura è davvero molto importante. SIAMO ANIMALI GREGARI, TUTTA LA NOSTRA VITA HA A CHE FARE CON L'ALTRO. E se L'ALTRO anche non si fosse molto sociali, ci sono situazioni che comunque includono gli altri: in famiglia, a scuola, sul lavoro. Non si possono escludere. La ricerca di Schweitzer e Gino sottolinea come NEL PRENDERE DELLE DECISIONI VENIAMO FORTEMENTE INFLUENZATI DAL NOSTRO STATO EMOTIVO. Difficilmente stiamo ai fatti, EMOTIVO ovvero prendiamo in esame i pro e i contro per poi scegliere quello che statisticamente si dimostra il miglior passo da intraprendere. Magari iniziamo anche con il buon proposito di essere obiettivi e atenerci a questa analisi, solo che poi, se non facciamo attenzione, scivoliamo nelle emozioni che ci portano a scegliere ciò che risponde meglio al nostro stato interiore. Perdendo l'obiettività. Schweitzer e Gino durante la loro ricerca hanno influenzato lo stato emotivo dei partecipanti facendoli assistere a vari spezzoni di film famosi, a seconda che volessero stimolare rabbia, impotenza, paura, o senso di appagamento. Dopo di che, attraverso un test, hanno esaminato il loro modo di reagire alle richieste. Coloro che avevano sperimentato sentimenti negativi durante la visione si dimostrarono evidentemente più chiusi e in difensiva, mentre coloro che avevano provato delle emozioni positive erano più aperti e disponibili. In poche parole, I PARTECIPANTI HANNO RISPOSTO IN BASE AL LORO STATO EMOTIVO E NON BASANDOSI SULLA PIÙ O MENO EVIDENTE RAGIONEVOLEZZA DELLA RICHIESTA! Comprendere tali nostre spontanee reazioni ci permette di diventare più attenti e obiettivi quando ci troviamo di fronte a situazioni in cui viene richiesta una nostra risposta a delle sollecitazioni esterne. Imparare a essere meno coinvolti nell’emozionale è il primo passo per mantenere la propria obiettività e prendere così decisioni più sagge.