Casa Manuelli Magazine Inverno 2015 | Page 13

Un giorno Richard Willhelm, il primo traduttore occidentale dell’I Ching (una mirabile opera filosofica di divinazione cinese) raccontò all’amico Carl G. Jung dell’uomo della pioggia. Willhelm viveva in Cina e, in quel periodo, Si trovava in una regione dove non pioveva da moltissimo tempo e la siccità imperversava. SI INCOMINCIARONO A FARE DELLE OFFERTE ALLE DIVINITÀ, MA LA PIOGGIA NON VENIVA. I Protestanti iniziarono a pregare, ma la pioggia non veniva. I Cattolici fecero dire delle messe, ma la pioggia non veniva. A questo punto qualcuno parlò dell’uomo della pioggia. Si decise così di andarlo a prendere. IL VIAGGIO FU LUNGO E QUANDO INFINE QUESTI ARRIVÒ, UN UOMO VECCHIO TUTTO RAGGRINZITO, CHIESE DI POTER STARE DA SOLO DA QUALCHE PARTE. Gli fu data una piccola casa dove l’uomo si ritirò. Tutti aspettavano, il primo e il secondo giorno passarono senza che succedesse nulla. AL TERZO GIORNO IL CIELO SI RANNUVOLÒ E INIZIÒ A PIOVERE. Willhelm si chiese cosa mai avesse fatto quell’uomo per riuscire a far piovere. Lo andò a trovare e glielo chiese. L’uomo rispose tranquillamente di non aver fatto proprio nulla. Stupito e al tempo stesso intrigato da quella risposta Willhelm provò con un’altra domanda. Questa volta gli chiese che cosa avesse fatto da quando si trovava lì. L’uomo spiegò che veniva da una regione dove la popolazione era in armonia con il Tao, ovvero in sintonia con l’universo, mentre la regione dove non aveva piovuto per così tanto tempo, non lo era. Quando l’uomo era arrivato, anche lui si era trovato fuori armonia, così ritirandosi nella casa che gli era stata data non fece altro che ritornare in sintonia con il Tao. A QUEL PUNTO, OVVIAMENTE, LA P I O G G I A ERA ARRIVATA. Not a f i n a l e La filosofia orientale riconosce una corrispondenza fra realtà interna e quella esterna. Lo stesso, oggi, la fisica quantistica, quando afferma come la realtà esterna sia sempre l’oggettivazione di quello che abbiamo dentro. Ovvero, ciò che noi osserviamo, captiamo, che identifichiamo, è sempre il risultato del nostro background di conoscenze o assunzioni. E’ l’atto dell’osservare che fa “precipitare” l’osservato nella realtà materiale!