Casa Manuelli Magazine Inverno 2015 | Page 11

reale? Il modo in cui interpretiamo la realtà è sempre il risultato di ciò che abbiamo dentro. C’è sempre una proiezione nel processo di percezione. Si proietta, ovvero si percepisce fuori, lo stato e le codifiche che abbiamo dentro. Facciamo un primo esempio, il più classico, e pensiamo a quando siamo innamorati. Il nostro cuore esulta e questo ci porta a vedere la "vita in rosa". Mentre se siamo affranti, arrabbiati, spaventati... ecco che la vita diventa nera. DI QUESTO NE È BEN CONSAPEVOLE LA PSICOLOGIA CHE TENTA DI FARCI COMPRENDERE COME CIÒ CHE DEFINIAMO POSITIVO O NEGATIVO NELLA NOSTRA REALTÀ NON SIA ALTRO CHE IL RISULTATO DI PROIEZIONI DEL NOSTRO BENESSERE O MALESSERE INTERIORE. Ma accanto all’influenza emotiva esistono poi dei meccanismi mentali che influiscono ulteriormente sulla nostra capacità percettiva. Ce lo dimostra la famosa immagine utilizzata dallo scienziato E.G. Boring per dimostrare ciò che definì l’"ambiguità percettiva". Nell’immagine della donna, sono incorporate nella stessa ben due donne: una anziana, che sembra una megera, e una bella giovane. Ci sono persone che percepiscono immediatamente la prima, e altre che invece vedono la seconda. Dicendo loro di cercare l’altra immagine incorporata nella stessa, alcuni ci riescono e altri invece no. Pochi sono coloro che sin da subito riconoscono le diverse possibilità. A quanto pare i nostri cervelli sono configurati diversamente! Di conseguenza anche la percezione mentale della realtà non ci offre, dopo tutto, una sicurezza realmente oggettiva. OLTRE A QUESTE EVIDENTI SOGGETTIVITÀ PERCETTIVE ESISTONO POI ALTRI FATTORI CHE RENDONO LA NOSTRA CAPACITÀ DI PERCEZIONE ANCORA MENO LIBERA. Per esempio l'influenza esercitata dal conosciuto. Una dimostrazione veloce ce la offre la seguente scoperta. Una ricerca dell'università di Cambridge asserisce che non ha importanza in che ordine vengano scritte le lettere di una parola, ciò che conta è che la prima e l'ultima siano invece esatte. Il resto può anche essere in un disordine totale ma si potrà comunque capire senza alcun problema. Questo perché il cervello umano non traduce i singoli dettagli, bensì l’insieme. E questa capacità gli permette di risalire poi a dei significati conosciuti, che però non sempre corrispondono a ciò che la questione veramente voleva dire. Il riferimento al conosciuto ci fa spesso non considerare altre possibilità. Come se tutto ciò non bastasse, a rendere la nostra percezione fallace, ci si mette pure il fisico. Non tutti forse hanno chiaro il fatto che IL NOSTRO ORGANISMO, SE NON HA A DISPOSIZIONE GLI ELEMENTI NUTRIZIONALI ESSENZIALI, OVVERO VITAMIVITAMINE, MINERALI, PROTEINE, ZUCCHERI E QUANT'ALTRO, SMETTE DI FUNZIONA RE A DOVERE E, ADDIRITTURA, CAMBIA IL CARATTERE. I disagi, che all'inizio sono veramente impercettibili, nel tempo creano la disfunzione che modifica la propria espressione di sé. Ben noti alla scienza sono i risultati ottenuti dal dottor Carl C. Pfeiffer che riuscì a curare i disturbi psichiatrici dei suoi pazienti, quali, per esempio, la schizofrenia, riequilibrando l’organismo con la dovuta supplementazione di elementi nutrizionali! In conclusione... Come vedete dunque, la percezione del reale avviene attraverso molteplici filtri che "colorano" ciò che percepiamo. Per questo è veramente importante imparare a riconoscere le immancabili lenti colorate che soggettivizzano la nostra visione del mondo. Conoscendo la situazione non si cambierà magari la propria percezione, ma SAPENDO CHE LA NOSTRA CONCONSAPEVOLEZZA È, PER COSÌ DIRE, INFLUENZATA DA UNA SERIE DI POSSIBILI FATTORI, SAREMO CERTAMENCERTAMENTE MENO CATEGORICI E QUINDI ANCHE PIÙ APERTI nel considerare eventualità che altrimenti non ci sogneremmo nemmeno di prendere in considerazione!