CAR Gennaio 2025 | Page 27

Si è preso un intero anno di pausa per dedicarsi esclusivamente a quello che definisce il suo libro più importante , dopo i precedenti “ Per fortuna c ’ è la crisi !”, “ SalvaVita ” e “ Imprenditori Sovversivi ”. Un ’ opera impegnativa , dedicata all ’ approccio che dovremmo avere nei confronti del lavoro ( e non solo ), a prescindere dal ruolo che svolgiamo . Il sottotitolo parla chiaro : “ Come cambiare lavoro o trasformarlo in meglio ”. Dopotutto , chi non ci ha pensato almeno una volta nella vita ? Mollare tutto e aprire un piccolo bar in qualche spiaggia tropicale ! Ma per Cotza non è questa la soluzione , o perlomeno non l ’ unica . Lo abbiamo intervistato per farci raccontare perché ha scritto questo libro e a chi potrebbe essere utile .

Il titolo del tuo nuovo libro “ Cosa non farò da grande ” è già molto chiaro ed evocativo , ma ci puoi riassumere perché dovremmo leggerlo ? « Da anni faccio ricerche legate al rapporto che le persone hanno con il proprio lavoro per comprendere cosa succede quando quella passione iniziale inizia a calare , e soprattutto come la persona reagisce nel momento in cui si rende conto di non amarlo più . Quello che ho scoperto è che raramente è il lavoro in sé il problema , bensì il dovere accettare tutta una serie di compromessi emotivi con clienti , fornitori , collaboratori , burocrazia statale e colleghi . Questi compromessi vanno a impattare sui nostri valori più profondi fino a creare un rigetto generale per quello che facciamo , con tutte le conseguenze legate a questo ».
Ovvero ? « Le conseguenze più immediate ed evidenti sono di tipo emotivo , quindi un senso di frustrazione e rabbia che può trasformarsi poi in ansia e stress cronici , fino ad arrivare all ’ apatia e alla depressione nei casi più gravi . Ma non vanno trascurate le conseguenze psicosomatiche quali mal di schiena , gastriti , mal di testa e tutti i problemi che ben conoscono coloro che si ritrovano da anni in questa situazione ».
E perché le persone non reagiscono e accettano di stare male ? « Semplicemente perché non vedono alternativa . Lentamente ci si abitua a tutto , anche alla sofferenza emotiva e al dolore , nella speranza che qualcosa magicamente cambi , senza però agire veramente per cambiare le cose ».
Vendendo tutto ? « Beh , quella è la soluzione più estrema , ma in realtà non è l ’ unica . Quello che si può fare , ed è di questo che parlo nel libro , è capire le vere cause del malessere lavorativo e iniziare a cambiare alcune modalità di approccio . A volte questo comporta delle scelte importanti da fare , per esempio nei confronti di clienti o collaboratori , altre volte è sufficiente cambiare il modo in cui si affrontano le cose . L ’ importante è essere consapevoli di quello che lentamente ci sta spegnendo l ’ entusiasmo ogni giorno e capire cosa si può fare per invertire la rotta e ritrovare il piacere di fare il proprio lavoro ».
Il tuo è un libro teorico e ci sono consigli pratici su cosa fare ? « Questo è stato l ’ aspetto più complesso che ho dovuto affrontare mentre scrivevo . Conciliare due mondi che sembrano lontani tra loro , ovvero l ’ aspetto più psicologico ed emotivo con quello più concreto , che da sempre mi caratterizza nel lavoro che faccio . Perché nella realtà è quello che succede . Se la tua attività è disorganizzata nei hai un impatto sia nell ’ umore che nell ’ efficienza . Se nel tuo ambiente non sopporti qualcuno questo avrà ripercussioni sia emotive che pratiche . Quindi ho affrontato entrambi i temi dando vere e proprie attività da fare ma affrontando anche temi più profondi quali lo scopo di vita e la ricerca della propria realizzazione personale ».
Cosa ti ha spinto a scrivere questo nuovo libro sacrificando in parte l ’ anno sabbatico che ti eri preso ? « Appena ho comunicato ad amici e clienti che mi sarei preso un anno di pausa la risposta che mi sono sentito dire più frequentemente è stata “ Beato te ”. E parlando con queste persone mi sono reso conto dell ’ altissimo livello di insoddisfazione in ambito lavorativo da parte di imprenditori , liberi professionisti , dipendenti . Ciascuno con le proprie motivazioni e frustrazioni . Ho iniziato quindi a fare brevi sessioni gratuite di consulenza per capire l ’ origine di questo male così diffuso , e quasi tutti lo facevano risalire al periodo post Covid , quando per la prima volta si erano potuti concedere il lusso di rallentare o di riflettere sulla loro qualità di vita . Per molti è stato un momento rivelatorio , difficile e sorprendente allo stesso tempo . E non tutti sono riusciti a riprendere poi la vita di prima , come se niente fosse . Nell ’ aiutarli a comprendere quello che stavano vivendo ho iniziato ad accumulare sempre più materiale che poi ho utilizzato per il libro , comprese alcune storie di trasformazioni importanti ».
L ’ hai definito un libro “ pericoloso ”. Come mai ? « La consapevolezza racchiude sempre un certo fattore di rischio , perché è come svegliarsi improvvisamente per vedere realmente come abbiamo vissuto fino ad oggi la nostra vita . Prenderci responsabilità della nostra felicità non è semplice , perché l ’ essere umano tende a procrastinare e ad abituarsi alla routine di tutti i giorni . Un libro come questo , come dice il titolo stesso , ti fa capire chiaramente cosa non vorrai più fare in futuro , a quali compromessi non vorrai più scendere e che tipo di vita meriti di vivere . Aiuta ad uscire dai condizionamenti , dalle gabbie emotive e da un sistema che ci vuole schiavi con l ’ illusione però di essere liberi . Questo è un libro pericoloso per chi teme il risveglio , ma illuminante per chi ha deciso di prendere in mano la propria vita , iniziando proprio dall ’ aspetto più impattante : il lavoro che svolge ogni giorno ».
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