INTERVISTA A
CAMPORESI MARCO
ALLENATORE REAL DOVADOLA
Quali sono le motivazioni che
l’hanno portata a fare l’allenatore
delle giovanili?
Ho iniziato ad allenare molto presto,
avevo soltanto 21 anni e ancora
giocavo. Purtroppo gli infortuni mi
hanno obbligare a smettere pochi
anni dopo ma la passione che mi
lega a questo sport è, da sempre,
molto forte e così ho sentito il
bisogno di provare a trasmettere ai
ragazzi quello che mi portavo dentro.
E vedere giovani compiaciuti nel
rincontrarmi a distanza di anni mi
ripaga dei sacrifici fatti.
Se non sbaglio questo è il primo
anno che allena una prima
squadra; c'è molta differenza
rispetto alle giovanili?
La differenza sostanziale tra prima
squadra e settore giovanile sta
nell'importanza del risultato: è il
parametro principale per giudicare il
lavoro del gruppo quando parliamo
di prima squadra, mentre passa in
secondo piano nei giovani. Questo
porta anche ad una gestione del
gruppo diversa: nelle giovanili si ha
come obiettivo principale la crescita
psico-fisica
del
ragazzo,
da
preservare, a volte, anche a
discapito del gruppo. In prima
squadra viene prima il gruppo del
singolo individuo, sempre!
Con i ragazzi della squadra che
tipo di rapporto ha?
In questo anno di rifondazione per il
Real credo che la nostra forza debba
partire proprio dal gruppo. Io ho la
fortuna di avere un gruppo di ragazzi
eccezionali. Non è sempre facile
mettere d'accordo 30 persone ma
quando gli obiettivi sono condivisi e
c'è la volontà di discutere dei
problemi in maniera costruttiva e
propositiva, provando a venirne fuori
insieme, se ne esce sempre più forti!
Crediamo tutti fortemente in questa
salvezza e gli ultimi risultati lo
dimostrano.
Il modulo di gioco di norma è
sempre lo stesso oppure cambia a
seconda dell’avversario?
Abbiamo provato inizialmente a
seguire una linea di pensiero che mi
vede molto incline a schierare una
linea difensiva a 4 ed un
centrocampo a 3 con vertice basso,
schierando di volta in volta gli
attaccanti in maniera diversa, ma
abbiamo dovuto fare i conti con un
ottobre sfortunato dal punto di vista
degli infortuni (8 giocatori fuori,
senza nemmeno un infortunio
muscolare) che mi hanno obbligato a
cambiare spesso sistema di gioco.
Un commento sulla partita di ieri
che era uno scontro diretto ed è
stata anche la prima vittoria della
stagione.
Savarna è stata una tappa
fondamentale per il nostro cammino,
i ragazzi meritavano una vittoria che
spesso ci era sfuggita per ingenuità.
Finalmente il nostro campionato può
cominciare.
La classifica non è delle migliori,
purtroppo siete penultimi; c’è
qualcosa che non ha funzionato a
dovere fino ad ora?
Abbiamo una rosa composta per
metà da giocatori arrivati in estate;
inoltre abbiamo un gruppo giovane.
Queste due componenti hanno fatto
si che ci volesse un periodo di
adattamento,
diventato
più
complicato dalla mancanza iniziale
di risultati. Siamo stati bravi a
reagire, ora dobbiamo continuare ad
avere fame!
Per concludere qualche parola
sulla società...
Nella nostra condizione di classifica
sarebbe stato facile, come accade a
tutti i livelli, puntare il dito per trovare
il colpevole. Questo non è successo
perché è una società che ha alle
spalle uomini (prima che dirigenti)
che sanno valutare in maniera
serena il nostro cammino, senza
creare inutili pressioni all'ambiente.
CalcioEmiliaRomagna.Com
CalcioEmiliaRomagna MAGAZINE
Numero 5 del 26 ottobre 2016 pag. 2