psicologia
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Ciampino Magazine - gennaio 2014
A cura del Dott. Felice Stati
Psicologo Psicoterapeuta
f.stati@tiscali.it
Essere amati,
amare ed essere genitori
L
a maggior parte degli studiosi concordano nel ritenere che essere genitori significa mettere nel rapporto con i propri figli :
amore, razionalità e buon senso.
Teniamo comunque conto come genitori
invariabilmente tenderemo a ripetere i modelli
educativi interiorizzati, sia positivi che negativi, che abbiamo ereditato dai nostri genitori.
Potremmo essere consapevoli di modelli che
noi riteniamo adeguati e decidere di metterli
in pratica, invece per quanto riguarda i modelli
inadeguati, che noi comunque abbiamo vissuto
e a volte subìto, potremmo inconsapevolmente
tirarli fuori e “agirli “sui nostri figli senza rendercene conto.
A volte vogliamo e pretendiamo di essere dei
genitori “perfetti”, ma tanto più vogliamo questo, tanto più andremo incontro a frustrazioni e
delusioni. Spesso genitori che sono molto critici
verso se stessi sono anche critici e non riescono sempre ad accettare i limiti dei propri figli.
L’incapacità di amare in modo autentico i nostri figli è direttamente proporzionale alla nostra
incapacità di amarci come genitori.
L’incapacità di amarci è legata al nostro ideale
di perfezione. Così come impariamo a ridere
a scherzare a giocare, impariamo anche ad
amarci. Spesso però, senza che ce ne accorgiamo, nutriamo odio verso di noi perché non
siamo perfetti. Vorremmo essere: in gamba,
competenti, intelligenti e se non ci consideriamo tali, questo ci porta a non amarci. Noi
odiamo noi stessi perché fondamentalmente
noi non ci accettiamo. I motivi per cui non ci
accettiamo possono essere i più disparati.
L’odio che proviamo verso noi stessi lo possiamo manifestare in forma attiva, ovvero siamo
noi che odiamo noi stessi e odiamo o abbiamo
odiato le figure genitoriali.
Poi c’è un odio che si esprime in forma passiva
che è l’odio che abbi