C mag Gennaio 2014 | Page 54

grafologia 54 Ciampino Magazine - gennaio 2014 A cura della Dott.ssa Antonella Feligetti Psicoterapeuta Grafologa Via Col di Lana,126 (Ciampino) CELL. 339-1507377 - [email protected] L’uso dello spazio in grafologia E ccomi di nuovo a voi, dopo le Feste Natalizie. Breve sosta di riflessione nello scorrere di giornate impegnate e stressanti. Nel migliore dei casi una pausa di riflessione, nel peggiore un’ansia di dimostrare che si vive in armonia con sè stessi e con gli altri. Ma comincia un nuovo anno, rendiamolo nuovo con la nostra voglia di ricominciare! In questo articolo non vi farò l’analisi di una scrittura, ma mi soffermerò sul significato di un “genere” grafologico che è determinante per comprendere la grafia: lo spazio. Per parlare di questo genere devo necessariamente far riferimento a Max Pulver scrittore, poeta e grafologo che negli anni ’30 insegnò grafologia presso l’istituto di Psicologia Applicata di Zurigo. M. Pulver conoscitore di Freud e Jung, nella sua opera LA SIMBOLOGIA DELLA SCRITTURA (1931) comincia a dare importanza a come la scrittura si dispone nello spazio bianco del foglio. Nello scrivere depositiamo dei segni sulla carta nell’intento di vincere il tempo: scriviamo per lasciare una traccia di noi e ritrovarla successi- vamente. Quanti ricordi se per caso ritroviamo un nostro vecchio scritto: un quaderno delle elementari, un biglietto di auguri, o una vecchia lista della spesa!! Nel rileggerlo a volte riusciamo a ritrovare l’atmosfera di quando lo avevamo scritto e non