C mag Gennaio 2014 | Page 12

attualità 12 Ciampino Magazine - gennaio 2014 A cura di Domenico Di Pietro Il nodo delle riforme E’ responsabilità della politica ridare fiducia nelle istituzioni. Invece qualche partito spara bordate anche verso il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e quindi infanga le istituzioni a prescindere. Si dovrebbe anche mettere un freno a comportamenti che calpestano la moralità pubblica. Invece abbiamo ancora tanti esempi di ruberie e sprechi ingiustificati. Stipendi, pensioni e vantaggi, specie nella classe politica e dirigente, che non hanno eguali in qualsiasi altro paese civile. Una vergogna che pesa sulle spalle dei cittadini, che arrancano giorno dopo giorno, con stipendi e pensioni oramai insufficienti e con una carico fiscale inaccettabile. Soffriamo anche di impotenza decidere. Adesso, invece, Matteo Renzi ha scoperto le carte in tema di riforme elettorali, affermando perentorio ai giornali in materia di riforma elettorale: << Tre proposte e in un mese si chiude>>. Vedremo cosa accadrà. Intanto le altre forze politiche riflettono e commentano spesso a sproposito. Non c`è più effettivamente più spazio per i tentennamenti. La crisi sociale che morde alle caviglie il paese da Nord a Sud è di tale gravità da non consentire di perdere tempo. Superare l`impotenza è un dovere e una necessità. Stare fermi è troppo rischioso. Ovviamente la colpa non è stata solo di Silvio Berlusconi. Sono stati tutti ugualmente colpevoli. Molti di loro, purtroppo, sono ancora in Parlamento e adesso tentano di non farsi riconoscere. Qualcuno di nascondersi, sperando che passi la bufera. Questa mancanza-di virtù politica decisionale non è ulteriormente tollerabile. Serve una svolta decisa che deve partire dalla volontà politica di ogni singolo cittadino. La politica deve rompere questo sortilegio, e dare ai cittadini uno strumento elettorale che consenta loro di andare a votare, con la certezza di poter usare un metodo funzionale. Serve una rappresentanza vera, preparata, intelligente ed onesta. La cancellazione del Porcellum da parte della Consulta crea problemi di legittimità decisionale di questo Parlamento come ha messo in luce Gustavo Zagrebelsky in una recente intervista a Repubblica. Proprio per questo motivo, una classe politica che voglia fare il suo dovere presso i cittadini, lo fa anche dimostrando di essere in grado di uscire dall`impasse con gli strumenti che la Happy Aperitivo Aperitivo con buffet Pagamento bollettini postali e bancari Costituzione mette a disposizione. A tal proposito si deve dire che nell’attuale dibattito il maggioritario sembra godere di un certo consenso. Vi sono praticamente due gruppi: coloro che vogliono ancora ricorrere al premio di maggioranza e coloro che vogliono il doppio turno, conosciuto anche come modello francese. Il primo dei due ha controindicazioni evidenti in quanto lavora contro la ricostruzione della fiducia contenendo un elemento di arbitrarietà (il premio). L`altro metodo, quello del doppio turno, avrebbe il merito di creare solide maggioranze. Esso riduce però il peso dell`opposizione, se non è incastonato in un sistema politico retto su un forte senso di sovranità del corpo nazionale può non essere in grado di “cementare” la fiducia. Nadia Urbinati con chiarezza afferma su “Repubblica” che “Si cita la Francia come modello ma si trascura di dire che la Francia è per tutti i francesi “La France”, il popolo-re-uno-indiviso al quale presidenti e maggioranze eletti si inchinano, prima che al loro partito. Dove c`è, come in Francia, una sovranità forte e indiscussa le maggioranze sono comunque una parte rispetto alla quale il tutto ha preminenza indiscussa di riferimento e di limite, per chi vince come per chi perde. Questo potrebbe non essere sia il nostro caso. Certo, noi abbiamo già una forma di maggioritario nel modo di eleggere i sindaci. Ma i sindaci operano nella sfera amministrativa nella quale la debolezza del consiglio comunale che questo sistema comporta non è un serissimo problema. Ma lo sarebbe se applicato a 13 livello nazionale poiché il parlamento fa leggi e non è desiderabile un sistema che rende il collettivo deliberante più debole dell`esecutivo>>. Dobbiamo anche dire che in Italia siamo spesso troppo attratti dal seguire modelli che altri hanno creato e disegnato con “taglio sartoriale” sulla propria esperienza e sulle proprie caratteristiche peculiari. L`Italia, dobbiamo ricordarlo, è plurale, spesso divisa, con un forte senso della complessità di appartenenza nazionale e quindi ha bisogno di rappresentare il pluralismo e cercare strategie per la cooperazione invece che inseguire sterili semplificazioni che non ci appartengono nel tentativo arrivare forzatamente a un bipolarismo perfetto. Si deve poter trovare una mediazione intelligente tra garantire la pluralità e formare maggioranze non aleatorie. Un sistema elettorale che sia ragionevolmente rappresentativo della diversità senza consentire che la pluralità diventi frammentazione e ingovernabilità o peggio ancora larghe intese inconcludenti o Governi del Presidente a tempo indeterminato. Il tempo stringe. A tal proposito l’alfaniano Maurizio Lupi ha dichiarato a “Repubblica” del 3.1.2014 che “la riforma elettorale deve essere incardinata entro gennaio. Ci vuole un segnale chiaro che nessuno fa più melina. Accettiamo la sfida e saremo più veloci di Renzi”. Allora aspettiamo e vediamo cosa riusciranno a partorire di positivo per il paese, pur sottolineando che di sola riforma elettorale non si mangia. Caffetteria - Snack Cocktail Bar - Giochi & Servizi Punto Servizi - Art. per Fumatori