Il Chianti nasce con il vino Chianti
creato secondo una propria ricetta
dal Barone Ricasoli, dove concorre-
vano alla produzione anche una
piccola parte di uve bianche. Con il
tempo tutti i produttori si accorsero
che levando dalla vinificazione le
uve bianche il vino veniva più
buono ma nel disciplinare era ormai
prevista questa ricetta e bisognava
produrre le uve bianche di Trebbia-
no Toscano anche se nessuno le
aggiungeva più al Chianti. Ben
presto, per disfarsi di queste uve
tutti produssero un vino bianco
chiamato Galestro che ricordiamo
sulle carte dei vini di tutti i ristoranti
degli anni ‘80 e ‘90. Non era altro
che un vino bianco da uve Trebbia-
no Toscano, molto semplice che
bisognava vendere molto veloce,
quindi a prezzi molto bassi, ecco
perché lo si trovava ovunque, tanto
che quando fu levato dal disciplina-
re il quantitativo di vino bianco
obbligatorio, nessuno non produsse
più questo vino e man mano spari
dal commercio.
Il Chianti ha una zona chiamata
Chianti Classico che rappresenta il
cuore del Chianti, la parte storica di
produzione di questo vino.
Tra le moltissime aziende menzio-
niamo: Fontodi, Fonterutoli, Mar-
chesi Mazzei, Barone Ricasoli,
Badia a Coltibuono, Felsina.
Il territorio di Montalcino si può
dividere in quattro quadranti, poi in
otto aree diverse tra loro in base
all’altitudine, clima e terreno. Mon-
talcino e le vigne intorno a se si
trovano all’altitudine di circa 530 m
slm ma altre zone possono scende-
re di qualche centinaia di metri.
Sono 260 le aziende registrate nel
Comune di Montalcino. Menzionia-
mo solo alcune: Poggio di Sotto,
Biondi-Santi, Cerbaiona, Casanova
Di Neri, Salvioni, Le Ragnaie, Mas-
trojanni, Siro Pacenti, Caprili, Ma-
rroneto, San Lorenzo, Castello
Tricerchi e la meravigliosa azienda
Biodinamica Stella Di Campalto.
L’azienda storica Biondi-Santi nella
Tenuta Greppo documenta la sua
prima vendemmia nel 1865 e nel
1888 crea il Brunello che noi oggi
conosciamo. Sei generazioni hanno
portato avanti la meravigliosa
Tenuta Greppo cominciando con
Clemente Santi che nell’800 ha
cominciato a vinificare il Sangiove-
se in purezza, poi Jacopo Biondi
seguito dal figlio Ferruccio Biondi
Santi poi Tancredi e Franco Biondi
Santi fino a pochi anni fa quando ci
ha lasciati. Oggi Jacopo Biondi
Santi, l’erede e l’attuale proprietario
porta avanti la tradizione di famiglia
che ha dimostrato con ogni annata
in parte la longevità del Sangiovese
creando al Greppo un vino unico da
un territorio unico, tanto che la loro
Riserva Biondi-Santi del 1891 ha
ottenuto nel 1994 da Belfrage di
Decanter il punteggio (10/10).
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