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Coronavirus , gli effetti sul mercato immobiliare

Roberto Rosseti

Proprio quando il mercato immobiliare in Italia sembrava destinato a riprendersi , dopo un quinquennio sicuramente non positivo per il mattone e per la nostra economia , è arrivata la pandemia da coronavirus a frenare ulteriormente la crescita del settore . Per ora non vi è stato il tanto temuto tracollo ma tutto dipenderà da quanto accadrà dal punto di vista sanitario nei prossimi mesi e dalle logiche conseguenze che un nuovo lockdown potrebbe avere sul lavoro e quindi sulle tasche degli italiani .

A maggio di quest ’ anno la Banca centrale europea aveva scritto nel suo bollettino economico interno : “ L ’ incertezza causata dalla pandemia potrebbe avere effetti anche maggiori e più duraturi sull ’ attività immobiliare , in quanto potrebbe incoraggiare le famiglie e gli investitori a rinviare le transizioni fino a quando non sarà trovata una soluzione medica efficace per il Covid -19”.
Nonostante tutto questo un lieve ottimismo permane fra gli esperti di questo comparto che , lasciando galoppare la speranza , prevedono un leggero aumento degli investimenti nel 2021 ma soprattutto nei prossimi 3-5 anni . Un modo per tentare di allontanare preventivamente questa sorta di catastrofismo che , a ragion veduta vista la situazione , si era abbattuta sull ’ intero ambiente .
Sembra infatti incredibile ma , quello stesso smart working che ha permesso ai lavoratori di evitare il contagio concedendo di essere attivi da casa tramite computer , ha determinato lo svuotamento materiale degli uffici e la conseguenza perdita di valore dei grandi palazzi dove svolgevano i loro compiti abituali . Per assurdo c ’ è stato invece un periodo in cui si salvavano , anzi aumentavano di prezzo , quegli appartamenti in grado di garantire uno spazio esterno , non importa se fosse legato a balconi , terrazzi o a un giardino al piano terra . La condizione di lockdown e la mancanza di possibilità di muoversi liberamente per la città o andare nei bar e nei ristoranti ha fatto sì che la gente cercasse almeno una zona dove poter avere una boccata d ’ ossigeno fuori dalle quattro mura di casa .
Questo è talmente vero che , proprio nei mesi di aprile e maggio , questo specifico settore abitativo ha avuto una maggiore richiesta di circa il 12 % rispetto agli anni precedenti . È aumentata anche l ’ esigenza di comprare case con un maggiore spazio interno passando almeno da due a tre vani . Purtroppo , in questo caso ci si è dovuti fermare davanti alla prova evidente che , in questa situazione economica e con il rischio di avere ancora minore disponibilità finanziaria nel giro di breve tempo , non si potevano affrontare a cuor leggero gli investimenti necessari per garantirsi più spazio .
La situazione peggiore rimane comunque quella degli affitti dove l ’ offerta di case è aumentata in media del 14-15 % con una punta massima a Milano che ha raggiunto addirittura il 68,7 % senza che vi sia chi le richieda . Molto è dipeso , anche qui , dall ’ epidemia da coronavirus che ha condizionato soprattutto la situazione nelle città con importanti sedi universitarie . Sono stati sempre di più gli studenti che hanno rinunciato a trasferirsi per iscriversi a facoltà di prestigio ed hanno preferito rimanere nelle città di residenza delle loro famiglie accontentandosi di quanto passava il convento . Questo ha condizionato anche il mercato delle stanze in affitto con un decremento arrivato ad una media del 149 % in più di offerte con punte record a Milano , Bologna e Roma , città universitarie per eccellenza , del 290 e del 270 % in più senza trovare possibili inquilini .
Anche in questo caso si deve sommare il grave effetto negativo sulla popolazione avuto dallo stillicidio di notizie che davano quasi per certo , e probabilmente sarà proprio così , di un tetto massimo alle detrazioni fiscali fino a raggiungere un limite del 2 % e , addirittura , con effetto retroattivo . Questo ha fatto si che chi era intenzionato ad accedere a un mutuo per acquistare un appartamento ci ha ripensato di fronte alla possibilità di non poterlo portare in detrazione se sommato ad altre spese come quelle sanitarie , o eventuali asili nido , scuole e università . Certo che se questo era il metodo per rilanciare l ’ economia si sta viaggiando velocemente in senso esattamente contrario .
Ancora una volta quindi a pagare lo scotto di questa situazione sarà proprio la classe media che non ha la possibilità di accedere a quanto viene concesso a chi non raggiunge un determinato reddito e non è nelle condizioni di poter gestire con tranquillità le proprie spese , di qualsiasi genere , perché non fa parte di quella “ elite ” sempre più ristretta che naviga nell ’ oro .
la PROPRIETÀ edilizia • Novembre 2020 | 17