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SPECIALE SCUOLA a nudo i disastri dovuti ai tagli nella sanità Quando si dovevano fare tagli si è intervenuti sulla sanità e sulla scuola: i due servizi che caratterizzano una società civile avanzata. Per riparare i disastri della sanità, l’Europa ci offre il MES per 36 miliardi di euro a tassi più bassi di quelli che si pagano sui titoli messi sul mercato. E per riparare i tagli effettuati nella scuola? Nella riunione del Consiglio Europeo dei Capi di governo dei 27 paesi che compongono l’Ue, tenutosi dal 17 al 21 luglio, si è deciso di assegnare all’Italia dai cosiddetti “Recovery fund”, 209 miliardi di euro, di cui 82 circa a fondo perduto e il resto a tassi di interesse più bassi di quelli che si pagano ai mercati per collocare i nostri bond. Unica condizione posta all’Italia per giustificare l’enorme erogazione di denaro, sono e riforme. Occasione unica, se non irripetibile, per fare la riforma della scuola, utilizzando le disponibilità del “Recovery fund”, ricordando che l’ultima riforma seria è stata fatta nel 1923. Tutti gli altri interventi, salvo l’istituzione della scuola media unica, nel 1962, sono stati, come detto, tagli non riforme. Alla ministra Azzolina è data la possibilità, se ne è capace, di fare una vera riforma della scuola. Ma di questa capacità è lecito dubitare fortemente. Il poter disporre di enormi disponibilità di denaro non è di per sé sufficiente. Una riforma vera e seria della scuola implica una visione forte e di largo respiro del suo ruolo e di quello della società in cui essa si incardina. Implica la capacità di guidare il cambiamento e non solo di inseguire l’emergenza. Una vera riforma della Scuola fu fatta da Giovanni Gentile, per non citare Benedetto Croce, nel 1923. Ma Giovanni Gentile e Benedetto Croce erano giganti del pensiero e oggi di giganti, purtroppo, non ce ne sono più. *Sindacalista dell’Unione Generale del Lavoro Cosa pensano della Scuola Giulio SCURATI: “Va dato il meglio”. Secondo lo scrittore “dignità e rispettabilità sono valori cruciali quando si attraversa una grave e cronica crisi di risorse materiali e d’idee progettuali”. In merito alla ripartenza, osserva che “durante i mesi dell’emergenza Covid-19, duole dirlo, la gestione della Ministra Lucia Azzolina è stata infima, confermando una pessima tradizione di malgoverno che dedica alla scuola risorse, economiche e umane, in misura inversamente proporzionale alla suprema importanza dell’istituzione preposta all’istruzione delle nuove generazioni. Lo Stato italiano ha abdicato al proprio ruolo, una sorta di 8 Settembre in salsa scolastica”. Carlo VERDELLI: “Il diritto allo studio”. L’editorialista del Corriere della Sera ha esaminato le risposte del governo alla tempesta che a settembre rischia di determinare la demolizione dell’istruzione pubblica italiana. “Il piano proposto dal Ministro competente è uno scarico di responsabilità sulle singole Regioni, sui singoli Presidi, i singoli insegnanti: da settembre si ricomincia, arrangiatevi”. Gli interrogativi sono una lunga fila; banchi singoli, spazi per il distanziamento, 40% di edifici non a norma, personale docente che mancava prima e che andrebbe rafforzato di almeno 100 mila unità per affrontare le lezioni in più turni, didattica a distanza. “Il problema vero - aggiunge - è che aver declassato l’educazione a ultima delle emergenze è la spia di un governo dal pensiero corto, molto più preoccupato della tattica dell’annuncio a effetto piuttosto che del destino complicato da immaginare per questo paese. Sul nodo centrale della scuola l’elenco delle irresponsabilità va dal Presidente del Consiglio, passando per i titolari dei dicasteri di maggiore peso, per completarsi con i segretari delle forze che costituiscono questa maggioranza. Una prova corale di negligenza collettiva”. Luigi MANCONI: “I giovani senza tutele”. Per il sociologo Luigi Manconi “siamo in una fase in cui anche i gruppi garantiti vedono indebolirsi le proprie tutele. Possiamo dire che complessivamente l’intera società italiana registra una carenza di sistemi adeguati di protezione. L’Italia risente di un fattore particolare di vulnerabilità che precede la pandemia da coronavirus: la disoccupazione, soprattutto quella giovanile. Un organismo sociale che registra una carenza di lavoro e una debolezza delle giovani generazioni è strutturalmente privo di diritti forti e garanzie stabili”. Mario RUSCONI: “Risorse insufficienti”. Il professore che guida l’Associazione dei Presidi a Roma ritiene che “la scuola è ad un bivio: rispettare la norma anti-coronavirus e mettere in sicurezza gli edifici scolastici. A metà luglio il comandante dei Vigili del fuoco Francesco Notaro ha lanciato l’allarme che 2 scuole su tre non erano in regola nel Lazio”. Una situazione che si trascina da anni tanto che era stato osservato che il 40% degli istituti scolastici non avevano i documenti di agibilità e prevenzione incendi. XII | la PROPRIETÀ edilizia • Agosto/Settembre 2020