Focus 06/2019
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Fulmini e saette!!!” I “giovanissimi” della mia generazione non possono non ri-
cordare una delle imprecazioni più usate dall’eroe dei fumetti Tex Willer. In realtà
fulmini e saette sono definiti dalla meteorologia come scariche elettriche rispet-
tivamente tra nuvola e suolo (fulmini) e tra nuvola e nuvola o all’interno della stessa
nuvola (saette). Ovviamente, per ciò che concerne l’integrità delle linee interrate quel-
lo che ci preoccupa sono i fulmini, causa di sovratensioni impulsive, e i loro effetti
potenzialmente devastanti.
L’intensità della corrente elettrica che caratterizza un fulmine varia tipicamente tra i
10 e i 200 kA. Il fenomeno del fulmine è complesso ovviamente ma nello stesso tem-
po grossolanamente riassumibile in un concetto base: nubi e terra si caricano con
potenziali elettrostatici opposti e, quando la differenza di potenziale tra i due raggiun-
ge milioni di volts, avviene la perforazione del dielettrico, l’aria; a questo punto tra
terra – nubi o viceversa si aprono dei canali entro i quali scorre la corrente di scarica.
Durante questo fenomeno entra in gioco una componente chiamata scarica di ri-
torno (return stroke) che può durare fino a 350 micro secondi e libera una quantità
enorme di energia di tipo termico (fino a 15.000°C), ottico (lampo), acustico (tuono)
ed elettromagnetico (componente utilizzata per lo studio del fenomeno).
I fulmini possono essere discendenti o ascendenti e si distinguono in due famiglie,
fulmini negativi e positivi; dalle analisi temporalesche risulta che il 90% dei fulmini
sono negativi. La differenza sostanziale tra i fulmini negativi e quelli positivi è che i pri-
mi sono spesso costituiti da più colpi (scariche che si susseguono) con conseguente
return stroke con minori valori di corrente, mentre quelli positivi sono sempre costitu-
iti da un solo colpo con return stroke a maggiore valore di corrente. Dalle rilevazioni
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