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Protezione catodica e calcestruzzo armato I sistemi ad anodi galvanici, avendo un potere penetrante limitato, trovano scarso impiego. Al fine di garantire una omogenea distribuzione della corrente di protezione, il sistema anodico, costituito da una rete o da dei nastri in titanio attivato, è distribuito su tutta la superficie da proteggere e annegato nel copriferro a pochi centimetri dalle armature. La continuità elettrica dell’armatura da proteggere deve assolutamente essere ga- rantita con l’utilizzo di maglie di continuità o di armature elettrosaldate. Le norme indicano come prima operazione la verifica della continuità elettrica mediante misure di potenziale di libera corrosione. In assenza di continuità, le armature non collegate ovviamente non risentono degli effetti benefici della protezione catodica e continua- no a corrodersi. I sistemi anodici sono usualmente in titanio attivato, ossia in titanio rivestito con una miscela di ossidi di metalli nobili a base di iridio e rutenio, che ne garantiscono un consumo trascurabile. A causa della perdita di tensione lungo il sistema anodico, la distribuzione di corrente nella rete anodica è garantita dalla pre- senza di barre di continuità elettrosaldate. Ogni contatto elettrico diretto tra la maglia dell’armatura e la rete anodica deve essere evitato con l’opportuno utilizzo di distan- ziali isolanti. Le correnti in gioco sono molto basse come densità, ma, a seconda delle dimensioni della struttura la corrente totale di protezione può raggiungere valori decisamente elevati. I criteri di protezione e le indicazioni di progettazione sono ben descritti nella normativa di riferimento europea ISO 12696:2012 “Cathodic protec- tion of steel in concrete”. La norma indica una serie di indagini preliminari che devono essere eseguite al fine di determinare lo stato di corrosione delle armature annegate nel calcestruzzo e definire 28