L'etimologia della parola "Yule" (Jól) non è chiara. È diffusa l'idea che derivi dal norreno
Hjól ("ruota"), con riferimento al fatto che, nel solstizio d'inverno, la "ruota dell'anno si
trova al suo estremo inferiore e inizia a risalire". I linguisti suggeriscono invece che Jól sia
stata ereditata dalle lingue germaniche da un substrato linguistico pre-indoeuropeo. Nei
linguaggi scandinavi, il termine Jul ha entrambi i significati di Yule e di Natale, e viene
talvolta usato anche per indicare altre festività di dicembre. Il termine si è diffuso anche
nelle lingue finniche per indicare il Natale (in finlandese "Joulu"), sebbene tali lingue non
siano di ceppo germanico.
Il Solstizio d'Inverno cade attorno al 21 dicembre. È Yule - o Farlas - la notte più lunga
dell'anno, da tempo immemore la notte in cui si celebra la nascita del Sole Bambino, il Fi-
glio della Promessa. Nel corrente anno lunare 2010/11 solo la XIII Luna Senza Nome il-
lumina la notte.
A livello spirituale, il momento simbolico (che segna nella
Ruota dell'Anno l'inizio della risalita dagli Inferi, facendosi
"archetipo" di tutte le risalite verso la Luce degli altri molti
cicli che attra-versiamo: notte/giorno, cicli mensile e femmini-
le, malattia/guarigione, introversione/estroversione, morte/
rinascita e così via...), è carico di significati profondi anche se
meno evidenti: il rinascere della Luce genera una promessa di
crescita che si realizzerà in ambito personale e interiore.
Sappiamo che la coppia delle divinità, la Dea ed il Dio, nel periodo precedente culminato
nella celebrazione di Samhain, si è ritirata nel silenzio del mondo ctonio, dove ha riposato
nella consapevolezza dell’opera compiuta.
Un solo compito ancora aspetta gli Dei e verrà portato a compimento nella notte di Yule:
il Vecchio Dio Sole si sacrificherà, allontanandosi definitivamente con una morte simboli-
ca e cedendo il suo trono al Sole Bambino, che verrà partorito dal grembo oscuro e nottur-
no della Dea.
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