M-ma, io non ti ho
evocata. S-stavo solo
pulendo questa vecchia lampada...
Esatto! E
strofinandola così
tenacemente e vigorosamente mi hai evocata!
Complimenti: si sente che
sei un esperto con le
mani, mio padrone.
Oh, be’, sai... Sono
single, così, ehm... Ma
perché continui a chiamarmi
“padrone”? io mi chiamo Aladdin
e sono un servo! Anzi, sono
il servo della principessa
Jelsomin, non sono
padrone di nulla!
Ora lo sei,
di me! Non hai
dei desideri da
realizzare, mio
padrone?
io posso
esaudire tutto
ciò che vuoi,
qualunque
cosa!
Ma certo! Desidero
avere un sacco di soldi!
Così la bella principessa
Jelsomin mi amerà!
Tsz, vai a
pulire il mio
sgabuzzino,
Aladdin.
E levati di
torno che la tua
povertà mi amareggia.
Non sei facoltoso
come il mio Chettelodicoafar.
Ogni tuo
desiderio è un ordine, mio padrone. Ma,
se posso permettermi,
i soldi potranno anche
farla stare con te, ma
non potranno farla
innamorare.
36
STvol4.indd 36
09/09/2015 18:51:55