Allegato Gennaio 2021 Progessione docente Gennaio 2021 | Page 8

L ’ AUMENTO DELLE

DISUGUAGLIANZE SOCIALI

Aumentano le diseguaglianze e aumentano le tensioni , ma questo succede anche tra le varie aree metropolitane , non solo tra Nord e Sud ma anche tra Nord e Nord , cioè tra le aree metropolitane e quelle più esterne alla metropoli . Stessa cosa nel Sud , basta mettere a confronto Napoli ed Avellino . Quindi questo dimostra che noi abbiamo bisogno di una revisione della governance dal sindaco al complesso del Paese . Tra le tante cose che si sono messe in campo , una soltanto mi sembra una buona proposta , invece con un paio di quelle non sono molto favorevole . Quella che appoggio è la proposta di introdurre una clausola di supremazia , che è già presente nel disegno di costituzionalizzazione delle conferenze . Di fatto è riprendere ciò che è previsto nella Costituzione della Repubblica Federale Tedesca mentre noi purtroppo abbiamo soltanto il potere sostitutivo previsto nel II comma dell ’ articolo 120 della Costituzione . Il potere sostitutivo è un potere che interviene a valle di una rottura già prodottasi , mentre invece dovrebbe essere un limite generico con il quale si restituisce allo Stato il potere di fare politiche nazionali laddove siano necessarie . La scuola sarebbe in assoluto il primo dei campi in cui riaffermare la necessità di una politica nazionale , che invece non c ’ è , e quindi questa è una riforma che io apprezzerei se ci fosse , e se ci fosse la forza politica di portarla avanti ; come anche favorirei di molto la possibilità di togliere per queste questioni le alleanze e le collaborazioni che vengono poste in essere in luoghi oscuri , che in questo momento investono la gestione della crisi e che si traducono in ordinanze del Presidente del Consiglio e dei Ministri . Quindi bisognerebbe arrivare ad una revisione del titolo V , perché se non ci arriviamo non si rimette in sesto la governance del Paese , ma non possiamo arrivarci con le proposte attualmente in campo .
Massimo Villone è professore emerito di Diritto costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell ’ Università degli Studi di Napoli “ Federico II ”. È stato componente del consiglio di amministrazione e direttore del dipartimento di diritto costituzionaleitaliano e comparato . È autore di saggi e monografie . Villone è mebro della direzione di Costituzionalismo . it e del comitato scientifico di Astrid , oltre che socio fondatore di Mezzogiorno Europa . È stato il presidente del Comitato per l ’ abrogazione dell ’ Italicum . Si é schierato a favore del no alla riforma costituzionale del governo Renzi . È attualmente presidente del Coordinamento per la Democrazia costituzionale . Editorialista del quotidiano comunista “ il manifesto ”, pubblica periodicamente articoli nei quali , attraverso la lente del diritto costituzionale italiano e comparato , analizza i temi politici di più grande attualità del panorama italiano . Scrive su Repubblica Napoli sui temi della politica regionale e locale .

IN PRINCIPIO FU L ’ AUTONOMIA NELLA SCUOLA

LA LUNGA MARCIA DALL ’ AUTONOMIA SCOLASTICA ALL ’ ANARCHIA SCOLASTICA . 25 ANNI DI FALLIMENTI . di Fabrizio Reberschegg
Per capire come si è arrivati al concetto di autonomia scolastica così come lo conosciamo oggi bisogna ricostruire un percorso accidentato che parte dalla decostruzione dell ’ originario dettato costituzionale . L ’ assemblea costituente pose molta attenzione al problema della libertà di insegnamento dopo il disastro del fascismo , ma non concesse pressoché nulla al tema del decentramento e della possibile regionalizzazione del sistema di istruzione anche per la ferma opposizione delle forze tradizionali della sinistra ( PSI e PCI ) che temevano il pericolo di forti sperequazioni nell ’ offerta formativa tra regioni Esse si ponevano come base la difesa delle garanzie dello stato giuridico dei docenti e dell ’ intervento statale nella scuola pubblica statale con limiti stringenti al finanziamento a favore della scuola privata ( art . 33 Cost .). Il sistema di istruzione scaturito da tale scelta fu fortemente centralizzato con una struttura gerarchica tradizionale con a capo il Ministro e le strutture del ministero con le sue dirette emanazioni territoriali basate sulla rete dei Provveditorati agli Studi . Negli anni dal 1948 al 1974 quasi nessuno si è avventurato a descrivere un sistema più aperto e decentrato con il riconoscimento di spazi di autonomia alle scuole . Il preside assumeva in tale contesto una legittimazione di rappresentanza della scuola dipendente dagli organi sovraordinati con un ruolo di trasmissione degli input provenienti dall ’ alto e di garante dell ’ applicazione delle norme e circolari ministeriali . I decreti delegati del 1974 ruppero l ’ autoreferenzialità burocratica delle scuole introducendo il principio della partecipazione attraverso organismi collegiali aperti anche a componenti esterne ( Consigli di Circolo e di Istituto , Consigli di Classe ) e funzionali alla partecipazione sul territorio
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