La zona notte, prevedeva due camere da letto,
una matrimoniale, ed una camera dotata di un
letto singolo ed un’altro a castello. Il pavimento
delle camere è in legno, dal quale ne deriva un’atmosfera molto calda. All’interno della camera dei
coniugi, il letto, prevedeva una testata verticale
scorrevole, nella quale un ampio ripiano permetteva di sistemare gli effetti personali o i libri per
la lettura.
Le altre componenti d’arredo riguardano, una toletta minima, sospesa, risolta perfettamente.
Un piccolo comodino, un armadio sospeso a due
ante, affiancato ad una cassettiera arricchiscono
una piccola parete attrezzata, dando grande vivacità alla stanza. L’altra camera, quella che era
stata pensata “per i ragazzi” prevedeva un letto a
castello molto particolare, utilizzando una struttura in legno e in metallo. Un armadio capiente
con all’interno uno specchio e un mobile a due
ante, curiosamente fissato alla parete sopra il letto singolo. Due piccole finestrelle lasciano entrare la giusta luce nella stanza dando l’impressione
di essere in una cabina di una nave. Nella zona
notte è compreso anche un piccolo disimpegno.
Inoltre, erano previsti due piccoli ed essenziali
bagni, una parte, di cui Gellner andava molto fiero, con l’inserimento della doccia nella vasca, ed
una parte con i sanitari. Il rivestimento a mosaico
e i sanitari sono quelli originali.
Gli appartamenti, vennero ultimati e consegnati
nel 1955.
Ad oggi, un particolare emerge da questo villaggio
aziendale, ovvero la totale assenza di discriminazione sociale/aziendale. Infatti le ville venivano
assegnate ai loro ospiti con un ordine casuale, annullando le diversità. Una sorta di utopia sociale
che credeva realmente nella modernità.
Articolo scritto da Vrinda Da Sacco_ Interior/Interaction Designer_Progetto editoriale e grafico [email protected]
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