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SAN BENEDETTO DI CATANIA , STORIA DI UNA RINASCITA
DI
DONATELLA PEZZINO
il monastero catanese di San Benedetto il quale , grazie all ’ eccezionale energia e all ’ autentico spirito vocazionale delle monache rimaste , diede prova di una formidabile voglia di continuare ad esistere al di là di qualsiasi disagio sociale ed economico . Il 7 luglio del 1866 , il nuovo Stato italiano decretava la soppressione di tutte le corporazioni religiose , con l ’ esproprio dei relativi beni . Nella popolazione monastica di ogni città , il provvedimento suscitò reazioni diverse : se per alcuni poteva significare la liberazione dopo secoli di monacazioni forzate , per altri rappresentò la perdita di un importante punto di riferimento . Ad esserne avvantaggiati erano i religiosi e le religiose senza vocazione che avevano “ le spalle coperte ” e una famiglia alla quale tornare ; chi invece , per amore o per forza , fosse rimasto in convento avrebbe dovuto inevitabilmente subire i disagi dell ’ esproprio . Le conseguenze , per persone abituate a vivere al riparo dalla società e in condizioni di agiatezza , furono indigenza , umiliazioni e marginalismo . In alcune comunità , però , la situazione diede lo stimolo ad una maggiore vitalità spirituale : fra esse , vi fu sicuramente
Fondato nel 1334 dalla vedova Alemanna Lumello , il monastero fu sottoposto fin dall ’ inizio alla regola benedettina . Da sempre tra gli istituti conventuali più ricchi e prestigiosi , accoglieva solo le fanciulle provenienti da casate illustri , o comunque da famiglie facoltose che potevano permettersi una dote cospicua . Dopo il terremoto del 1693 che rase al suolo la città , San Benedetto fu uno dei sei monasteri per i quali fu decretata la ricostruzione . Riedificato sullo stesso sito del precedente fabbricato , l ’ istituto ebbe un convento e una
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