#WELLNESS
Che cosa è importante per te?
Attraverso questi interrogativi stimoleremo
i nostri figli a pensare con la propria testa e
quindi a dipendere meno dall’opinione degli
altri. Solo in questo modo li aiuteremo a
rafforzare la propria autostima, proteggendoli da
chi, in modo consapevole o meno, rischierà di
ferirli. Mi sembra di averlo già scritto in un altro
articolo di qualche anno fa, ma voglio ribadire il
prossimo concetto ancora una volta.
Le parole che usiamo per descrivere gli
altri, contribuiscono a crearne l’identità:
Cosa accade nella mente di un ragazzino se
a scuola si sente dare continuamente del
somaro o dell’incapace o dello stupido?
Vorrei raccomandare a tutti noi genitori,
insegnanti ed educatori, di poter sì criticare
i comportamenti negativi dei nostri bambini,
ma senza mai esprimere giudizi sulla loro
identità, correndo il rischio così di etichettarli
negativamente.
Non diciamo mai ad un bambino: “Sei stupido”,
“Sei cattivo” o “Non sei capace”, ma
piuttosto: “Hai fatto una stupidaggine”, “Ti sei
comportato male” e “Non ci stai riuscendo”,
perché potrebbe iniziare a crederci e a
trasformare le nostre parole nella sua realtà.
Critichiamo pure gli sbagli, è il nostro compito,
ma, se vogliamo il bene dei nostri figli, non
facciamoli mai sentire sbagliati! Ricordiamo
sempre che le nostre parole su di loro hanno
un grande peso e, a volte, possono essere dei
macigni che non si toglieranno più, provocando
insicurezze, paure e frustrazioni.
Sul web ho trovato un’altra storia che mi ha
fatto molto riflettere e vorrei condividerla con
voi, soprattutto con tutti quelli, e sono tanti,
che ormai si lasciano travolgere dalla corsa
verso il successo e dai ritmi frenetici del lavoro,
perdendo di vista i veri valori della vita.
“Un bambino, chiede a suo padre quanto
guadagna in un’ora e il padre prima non vuole
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Marzo 2014
rispondergli e poi su insistenza del figlio, gli dice
100 $ all’ora. Il bambino, un po’ intimorito e con
la testa rivolta verso il basso chiede al padre:
Mi presteresti 50 $?
Il padre si arrabbia pensando che il figlio
volesse quei soldi per comprarsi qualche
stupido giocattolo o qualche altra cosa senza
senso, perciò gli risponde di no e lo manda a
letto in camera sua, invitandolo a riflettere sul
perché stesse diventando così egoista.
Dopo aver ripensato ancora come il bambino
avesse potuto fare una domanda del genere
solo per chiedergli soldi, si calma ed inizia a
pensare che forse c’era qualche motivo per
cui il figlio aveva davvero bisogno di comprare
qualcosa d’importante e allora va in camera
sua e si scusa dicendogli che forse era stato
troppo duro e gli da i 50 $.
Il piccolo bambino si siede subito e comincia
a sorridere. "Oh, grazie papà!" Dopo, da
sotto il suo cuscino tira via delle banconote
stropicciate. L'uomo vide che il bambino aveva
già dei soldi e inizia ad infuriarsi di nuovo. Il
figlio comincia lentamente a contare i suoi soldi
e dopo guarda il padre che gli chiede: "Perché
vuoi altri soldi se ne hai già"? Il figlio risponde:
"Perché non ne avevo abbastanza, ma adesso
si". Ora ho 100 $. Posso comprare un’ora del
tuo tempo? Per favore vieni prima domani. Mi
piacerebbe cenare con te."
Il padre resta impietrito. Abbraccia il suo
bambino e implora di perdonarlo”.
Ricordati di non lasciare che il tempo ti scivoli
via tra le mani senza averne speso un po' con
le persone più importanti, quelle vicino al tuo
cuore. Ti ricorderai di condividere che 100 $
valgono il tuo tempo con la persona che ami?
Se noi non ci fossimo più, la società per cui
lavoriamo, in pochi giorni, ci potrà facilmente
sostituire, ma la famiglia e gli amici che ci
lasciamo dietro sentiranno la perdita per il resto
delle loro vite.