100% Fitness Mag - Anno VIII Marzo 2014 | Page 54

#FOODCROSSING Anna Maione Esperta in comunicazione multimediale dell'enogastronomia http://bit.ly/1fbD77f Vuoi che la tua ricetta della tradizione venga pubblicata sulla bacheca di Food Crossing? Inviala a redazione@centopercentofitness.it A me piace riccia! La sfogliatella è un dolce ricco di tradizione che custodisce al suo interno i segreti di una lontana e magica storia. Tipica della pasticceria campana, la sfogliatella nasce nel XVIII secolo nel convento di Santa Rosa da Lima, sulla costiera amalfitana, fra Furore e Conca dei Marini. In quel sacro luogo le suore di clausura dedicavano gran parte del proprio tempo, oltre che alla preghiera e alla contemplazione della natura, anche alla cura dell’orto (essere autosufficienti significava ridurre al minimo i contatti con quel mondo esterno sempre ricco di occasioni per peccare!) e alla cucina. La sfogliatella nasce quasi per caso: la leggenda narra che un giorno la suora addetta alla cucina si accorse che era avanzata un po’ di semola cotta nel latte. Ebbe quindi l’idea di aggiungere un po’ di 54 100% Fitness Mag Marzo 2014 frutta secca, zucchero e limoncello sistemando la farcia tra due sfoglie ammorbidite con lo strutto, il principale grasso della Costiera sino al moderno arrivo dell’olio d’oliva, e un po’ di vino bianco dando al dolce la forma di un cappuccio di monaco, ripose poi il tutto nel forno. Il dolce riscosse molto successo tra le suore e gli abitanti delle zone vicine al convento e prese il nome di Santarosa in onore della santa a cui era dedicato il monastero, fino a quando, nel 1818, Pasquale Pintauro, titolare di una osteria a via Toledo, di fronte a Santa Brigida, entrò in possesso della ricetta segreta della Santarosa. In breve tempo Pintauro convertì la sua osteria in pasticceria e modificò leggermente la ricetta del dolce adeguandolo ai gusti del tempo (trasformò la protuberanza a forma di cappuccio in una conchiglia dallo stile rococò); diede quindi vita all’attuale sfogliatella. La sfogliatella può essere riccia o frolla. Come si spiega bene in queste strofe. So’ doje sore: ‘a riccia e a frolla. Miez’a strada, fann’a folla. Chella riccia è chiù sciarmante: veste d’oro, ed è croccante, caura, doce e profumata. L’ata, 'a frolla, è na pupata. E’ chiù tonna, e chiù modesta, ma si’ a guarde, è già na festa! Quann’e ncontre ncopp’o corso t’e vulesse magnà a muorze. E sti ssore accussì belle sai chi so’? So’ ‘e sfugliatelle! Ed ecco quindi per la rubrica FoodCrossing di questo mese la ricetta di un dolce simbolo della pasticceria napoletana (nella sua variante riccia).