#FOODCROSSING
Anna Maione
Esperta in comunicazione
multimediale dell'enogastronomia
http://bit.ly/1fbD77f
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A me piace riccia!
La sfogliatella è un dolce ricco
di tradizione che custodisce
al suo interno i segreti di una
lontana e magica storia.
Tipica della pasticceria
campana, la sfogliatella nasce
nel XVIII secolo nel convento
di Santa Rosa da Lima, sulla
costiera amalfitana, fra Furore e
Conca dei Marini.
In quel sacro luogo le suore
di clausura dedicavano gran
parte del proprio tempo,
oltre che alla preghiera e alla
contemplazione della natura,
anche alla cura dell’orto (essere
autosufficienti significava ridurre
al minimo i contatti con quel
mondo esterno sempre ricco di
occasioni per peccare!) e alla
cucina.
La sfogliatella nasce quasi per
caso: la leggenda narra che
un giorno la suora addetta
alla cucina si accorse che era
avanzata un po’ di semola
cotta nel latte. Ebbe quindi
l’idea di aggiungere un po’ di
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100% Fitness Mag
Marzo 2014
frutta secca, zucchero
e limoncello sistemando
la farcia tra due sfoglie
ammorbidite con lo strutto,
il principale grasso della
Costiera sino al moderno
arrivo dell’olio d’oliva,
e un po’ di vino bianco
dando al dolce la forma di
un cappuccio di monaco,
ripose poi il tutto nel forno.
Il dolce riscosse molto
successo tra le suore e
gli abitanti delle zone
vicine al convento e prese
il nome di Santarosa in
onore della santa a cui
era dedicato il monastero,
fino a quando, nel 1818,
Pasquale Pintauro, titolare
di una osteria a via Toledo,
di fronte a Santa Brigida,
entrò in possesso della
ricetta segreta della
Santarosa. In breve tempo
Pintauro convertì la sua
osteria in pasticceria e
modificò leggermente la
ricetta del dolce adeguandolo
ai gusti del tempo (trasformò
la protuberanza a forma di
cappuccio in una conchiglia
dallo stile rococò); diede quindi
vita all’attuale sfogliatella.
La sfogliatella può essere riccia
o frolla. Come si spiega bene in
queste strofe.
So’ doje sore: ‘a riccia e a frolla.
Miez’a strada, fann’a folla.
Chella riccia è chiù sciarmante:
veste d’oro, ed è croccante,
caura, doce e profumata.
L’ata, 'a frolla, è na pupata.
E’ chiù tonna, e chiù modesta,
ma si’ a guarde, è già na festa!
Quann’e ncontre ncopp’o corso
t’e vulesse magnà a muorze.
E sti ssore accussì belle
sai chi so’? So’ ‘e sfugliatelle!
Ed ecco quindi per la rubrica
FoodCrossing di questo mese la
ricetta di un dolce simbolo della
pasticceria napoletana (nella
sua variante riccia).