100% Fitness Mag - Anno VIII Marzo 2014 | Page 28

#PSICOPEDAGOGISTA La paura della paura SECONDA PARTE Nel precedente articolo abbiamo detto che la paura è un’emozione, come la rabbia o l’amore, e indica che qualcosa sta minacciando il nostro equilibrio a livello di sicurezza e sopravvivenza, ma anche di fiducia in noi stessi, negli altri e nell’ambiente che ci circonda. Si tratta di un’informazione lineare, immediata, e funzionale. Pericolo, attenzione, reazione, salvezza. In che modo questa comunicazione importante si trasforma in quel sentimento ambiguo e insidioso, in quella trepidazione senza un perché che ci annichilisce e che finisce per congelare ogni possibilità di cambiamento, costringendoci in vecchi schemi che ci fanno soffrire? E’ molto semplice: si altera quando facciamo finta che la paura non esista, quando la neghiamo con sistematicità, diventando esperti a camuffarla e a non sentirla in modo chiaro. Soprattutto, quando non la risolviamo, andandoci ‘dentro’. La ragione principale di tale negazione è di origine culturale: nella nostra società ‘non è bello avere paura’. Ammettendo di provarla, temiamo di essere etichettati come codardi, vigliacchi, buoni a niente. Non ne possiamo fare a meno poiché i modelli proposti sono sempre vincenti, coraggiosi e indomiti, dei supereroi. Per adeguarci a tali modelli dobbiamo fingere che un simile sentimento non esista nella gamma di quelli che proviamo. Ci hanno insegnato che è ‘vergognoso’ provare paura, essere insicuri, o provare qualsiasi altra sfumatura di questo sentimento. Molto presto impariamo a mascherarlo con il controllo; diventiamo maestri a simulare un coraggio senza tentennamenti. Aggiungiamo così al blocco energetico della paura quello dell’ipercontrollo: a muro si aggiunge muro. Purtroppo, anche se negata e ignorata, la 28 100% Fitness Mag Marzo 2014 Dottoressa Bianca Pane Laureata in Filosofia e Psicopedagogia presso l’Università di Napoli Federico II, specializzata in Gestalt Counseling Bioenergetica e Terapie Olistiche 393.9315564 http://bit.ly/1bb6qS4 paura lavora sotto la superficie e costituisce un vero elemento frenante a vivere pienamente la nostra vita. Essa può riguardare, come vedremo nei prossimi articoli, tutti gli aspetti della nostra vita e, se non viene risolta, ci può letteralmente paralizzare. Ce ne accorgiamo quando, senza un vero perché, ci fermiamo nella corsa che è la nostra quotidianità, trattenuti da una forza ambigua e sfuggente che congiura contro di noi. Tutto diventa difficile, pesante, lento perché la paura blocca il dinamismo e la trasformazione che ci fa crescere: interrompe il movimento che è la vita. Se solo ci fermassimo un istante ad ascoltarci, ci renderemmo conto che l’ostacolo più grosso che si frappone tra noi e questo divenire è, appunto, ‘la paura della paura’. Non appena perdiamo il controllo, manifestiamo la paura in aspetti estremamente creativi: abbiamo paura degli spazi aperti oppure siamo claustrofobici, temiamo i ragni oppure le malattie, paventiamo le débacle in camera da letto o abbiamo il terrore di parlare in pubblico… Sono soltanto piccole manifestazioni di qualcosa di più grosso che non vogliamo vedere, né tantomeno risolvere. Far finta di non avere paura, tuttavia, significa non