100% Fitness Mag - Anno VIII Luglio 2014 | Page 20
#LOGOPEDISTA
Adieu
ciucciotto!!!
Dott.ssa Mariarosaria D’Esposito
Laureata in Logopedia presso l’Università
Federico II di Napoli
Giovedì e Sabato dalle 9.00 alle 13.00
338.3191494
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Provate a sfiorare con un dito le labbra o le
guance di un neonato... immediatamente il
piccolo si attiverà alla ricerca della fonte dello
stimolo, girerà la testa ed inizierà a muovere
rapidamente le labbra, come nel tentativo di
ciucciare. Viene definito rooting reflex, associato
all'arcaico ed innato riflesso della suzione,
presente già in epoca pre-natale.
Già a partire dal 5°mese di gestazione, infatti, il
book ecografico del nascituro pullula di scatti che
lo ritraggono in quella che sembra essere la sua
posa preferita: l'atto di succhiarsi il pollice.
L'istinto di "ciucciare", non escluisivo del
cucciolo d'uomo, ma comune alla quasi totalità
dei neonati, ha come scopo prioritario quello di
assicurare e soddisfare un bisogno primario, il
nutrimento. L'immediatezza ed il vigore con i cui
il piccolo si attacca alla mammella garantiscono
quindi il superamento delle eventuali difficoltà
legate alla fuoriuscita del latte materno e
rispondono, in maniera più generale, ad un
impulso naturale di conservazione della vita.
Durante la prima fase dello sviluppo definita la
"orale" (0-2anni), il bambino tende a portare alla
bocca, oltre al capezzolo materno, tutti gli oggetti
che riesce ad agguantare.
La cavità orale quindi svolge un prioritario ruolo di
tipo esplorativo e conoscitivo, rispetto al mondo
circostante, nonchè sede di piacere.
Oltre alla vitale funzione nutritiva e conoscitiva,
l'atto di succhiare ed attaccarsi al seno ha un
effetto rasserenante, tranquillizza e gratifica.
Il piccolo è soddisfatto nel suo fabbisogno
alimentare ed emotivo; è proprio quest'aspetto,
quello del piacere che riceve durante la suzione,
che può determinare in epoca successiva la
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Luglio 2014
difficoltà di separazione dal seno materno.
Nonostante la dipendenza dal ciuccio o dal
biberon si verifichi in maniera molto più frequente
nell'allattamenro arificiale o misto, un particolare
attaccamento può istaurarsi anche nei di bambini
nutriti naturalmente.
Quando il succhiotto o la bottiglina assumono
la valenza di "antidoto al dolore", offerti per
consolare il pianto o per accompagnare la fase di
addormentamento, possono diventare talmente
indispensabili al piccolo che il loro uso può
protrarsi per un tempo a dir poco eccessivo.
Non di rado l'uso del biberon continua fino
all'epoca della scolarizzazione: in tal caso i
genitori tendono a giustificare l'abitudine con
la fretta del mattino o in quanto unica modalità
possibile affinchè il bambino beva il latte.
Benchè sia un'impresa non facile, i morbidi amici
in silicone vanno abbandonati con gradualità,
ma nei tempi fisiolofici. Oltre ad essere veicoli di
infezioni, ciuccio e biberon ostacolano il normale
contatto lingua-palato e lingua-arcate superiori,
con importanti ripercussioni sulla dentizione e
sulla funzione deglutitoria.
Anche il normale accrescimento osseo può
subire modifiche: la volta del palato può
incurvarsi verso l'alto e lo sviluppo dell'osso
mascellare può risultare inibito.
Ma quando salutare ciucciotto e bottiglina?
L'epoca indicata in ambito pediatrico viene
fissata tra i 24 ed i 30 mesi: saranno poi le
numerose variabili individuali, la storia e la
crescita di ciascun bambino a determinare il
momento preciso in cui dire finalmente: "Adieu
ciucciotto!!!"