100% Fitness Mag - Anno VIII Giugno 2014 | Page 30
#LOGOPEDISTA
Il "periodo critico"
Victor
Dott.ssa Mariarosaria D’Esposito
Laureata in Logopedia presso l’Università
Federico II di Napoli
Giovedì e Sabato dalle 9.00 alle 13.00
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L’acquisizione del linguaggio verbale nel bambino
è un processo straordinario che si verifica in tempi
particolarmente veloci e con estrema naturalezza.
Ha inizio nei primi tre anni di vita e poi
successivamente si amplia e si sviluppa in tutte le
possibili espressioni della lingua (verbale e scritta).
Nasciamo equipaggiati da una predisposizione
genetica alla verbalizzazione ed alla socialità.
Tuttavia, solo grazie all’esposizione ad una lingua
nel cosiddetto “periodo critico” (che va dalla
nascita all’inizio della fase puberale, quindi circa
10 anni) ed agli stimoli provenienti dall’ambiente
circostante, che riusciamo finalmente a
padroneggiare questo raffinato strumento
comunicativo, proprio dell’essere umano.
Era il 1797 quando per la prima volta nei
boschi francesi dell’Avejron fu avvistato il
“ragazzo selvaggio”. Aveva circa 10 anni, era
completamente nudo, si muoveva tra i cespugli
e si arrampicava sugli alberi come un animale
selvaggio. In breve tempo si diffuse la notizia e la
curiosità dei contadini del posto per questa strana
figura; anche gli scienziati ed i medici dell’epoca
non rimasero indifferenti e ritennero necessario
studiare il caso e quindi doveroso catturarlo.
Imprigionato una prima volta in quell’anno, il
giovane selvaggio riuscì a scappare e ritornare
libero nei suoi boschi. Dopo questo primo
fallimentare tentativo di cattura, l’anno successivo
tre cacciatori lo avvistarono e lo rinchiusero in una
capanna in un villaggio vicino.
Anche questa volta il ragazzino riuscì ad evadere
dai suoi carcerieri. Finalmente nel gennaio del
1800 il selvaggio fu preso, quasi senza che
opporre resistenza.
Le autorità, i politici e i luminari avevano gli occhi
puntati sul caso: tutti nutrivano grandi aspettative
e interesse per lo studio di quest’eccezionale ed
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unico caso di uomo che aveva vissuto ad uno
stato completamente selvaggio e naturale.
Lo condussero a Parigi in un istituto per sordomuti
e lo chiamarono Victor. Dopo le prime indagini,
vennero subito comunicati gli esiti: era alto
1,36 cm, amava il fuoco, era sempre pronto ad
attaccare, fuggire o graffiare chi lo avvicinava, non
riconosceva la sua immagine allo specchio ed era
completamente incapace ad articolare anche una
singola parola.
Ma gli esami per Victor non erano ancora finiti:
due medici dell’epoca decisero di approfondire
ulteriormente il caso. Il primo, Pinel, uno scienziato
molto noto e stimato al’epoca, diagnosticò una
condizione di totale idiozia e dichiarò che non
vi era alcuna possibilità di recupero. Il secondo,
Itard, un giovane e sconosciuto specializzando,
dopo aver studiato Victor per giorni, ne descrisse
le condizioni ed attribuì la chiusura relazionale e la
paura dell’altro solo all’isolamento sociale ed alla
mancanza di stimoli, che il ragazzo aveva subito
sin dalla nascita. Forte di un sussidio chiesto ed
ottenuto dal ministero degli interni, Itard iniziò un
percorso di rieducazione che durò altre 5anni.
Nonostante la prolungato full immersion in
terapia, i tentativi di rieducazione verbale e
sociale e gli stimoli pressanti e continui inviati al
giovane Victor, i risultati non furono quelli sperati.
Il ragazzo riuscì a pronunciare un’unica parola
“acqua” e raggiunse solo dei minimi obiettivi di
autonomia personale. Non mostrava interesse
né attaccamento per nessuno, neppure per chi
l’accudiva. Itard giunse purtroppo alla stessa triste
conclusione del suo collega: in Victor non vi erano
possibilità di recupero; forse era sordomuto,
probabilmente abbandonato alla nascita dai
genitori per il suo deficit.
L’incredibile ed affascinante storia di Victor, che
ispirò Truffaut nel film “Il ragazzo selvaggio”,
non fu unica. I piccoli Mowgli del “Libro della
giungla”, ritrovati, riabilitati e studiati nel corso
degli anni sono tantissimi. Allevati da lupe, da
orse, da animali feroci o sopravvissuti per autosostentamento, solo pochissimi di loro, quelli
ritrovati in tenera età, riuscirono ad evolversi ed
apprendere il linguaggio verbale.