100% Fitness Mag - Anno VIII Gennaio 2014 | Page 40

#FOODCROSSING Ode all’ortaggio dal cuore tenero! Anna Maione Esperta in comunicazione multimediale dell'enogastronomia http://bit.ly/1fbD77f Originario del Medio Oriente e utilizzato già dagli Egizi per la preparazione di piatti prelibati, il carciofo iniziò ad essere coltivato in Sicilia nei primi secoli d.C. e lentamente risalì la nostra penisola nel tardo Medioevo diventando tra i simboli della cucina tradizionale in diverse regioni e rendendone tra l’altro l’Italia uno dei maggiori produttori al mondo. Il segreto delle sue virtù risiede nella cinarina, la sostanza aromatica che gli conferisce il caratteristico sapore amaro e molte delle sue proprietà benefiche e terapeutiche. Il carciofo ha un apporto calorico veramente basso ed un enorme contenuto di ferro. Inoltre, contiene sodio, potassio, calcio, fosforo, vitamine (A, B1, B2, C, PP), acido malico, acido citrico, tannini e zuccheri consentiti anche ai diabetici. La parte commestibile di questo protagonista della cucina è in realtà il fiore della pianta, con il cuore (il “cimarolo”) che rappresenta la parte più tenera e quindi ricercata. Durante la pulitura, può essere molto utile immergere il carciofo in acqua acidulata, unita ad esempio a succo di limone, così da evitare l’annerimento delle foglie. È opportuno ricordare che, una volta cotto, il carciofo non riesce a conservarsi a lungo. Come recuperare le foglie scartate? Se si è in grado di resistere al sapore amaro di questa parte meno nobile, è possibile prepararne un infuso in acqua calda. È così infatti che si recuperano le proprietà nutrienti (ritenute utili anche per ridurre il colesterolo nel sangue) che altrimenti andrebbero perdute. In ogni caso, se la preparazione del carciofo prevede di cuocerli, si può conservare l’acqua di cottura e riutilizzarla ad esempio per arricchire minestre o zuppe.Esistono d ]