100% Fitness Mag - Anno VIII Gennaio 2014 | Page 34
#POSTUROLOGIA
Il problema del
piede piatto
Il piede piatto è una problematica di appoggio
molto diffusa tra i bambini, che spesso persiste sia
nell’età evolutiva sia nell’età adulta.
Noi tutti nasciamo con i piedi piatti, ma poi,
quando impariamo a camminare, esercitando un
movimento di contrazione e rilasciamento dei
muscoli intrinseci del piede stesso, otteniamo
l’aumento del tono muscolare.
Questo comporta una maggiore forza sia
dei muscoli intrinseci che delle componenti
legamentose del piede e l’organizzazione della
sua specifica architettura in arcate.
Quali sono le funzioni del piede?
a) Base di appoggio nella stazione eretta
b) Ammortizzatore nella deambulazione
c) Leva utile alla propulsione
d) Servomeccanismo antigravitario
e) Organo neurosensoriale
f) Organo vascolare.
Da tutto questo si evince come sia importante
che già dall’infanzia ci sia uno sviluppo ed una
funzionalità normale dell’appoggio podalico.
Succede molto spesso, però, che il bambino
rimane con i piedi piatti.
Quali sono i fattori che predispongono
al piattismo?
Ci sono molti fattori che predispongono al
piattismo come familiarità, lassità muscololegamentosa, scarsa attività fisica del bambino,
perdita dell’abitudine di camminare a piedi.
Circa il 30% dei bambini mantengono un piattismo
dei piedi oltre il terzo anno di età. Dal punto di
vista clinico il piede piatto è caratterizzato da:
♦ Abbassamento o crollo della volta plantare
♦ Deviazione in valgo del calcagno (che
normalmente è < 10°)
♦ Protrusione mediale dello scafoide
♦ Aumento dell’angolo tibio-astragalico (che
normalmente è = 115° circa)
Il piattismo dei piedi dei bambini, non è mai
un problema isolato, ma spesso genera altre
problematiche soprattutto di natura posturale.
Ginocchia valghe, asimmetria del bacino e
delle spalle con un aspetto astenico di tutto il
soma e spalle abbassate, si associano molto
frequentemente ai piedi piatti. I bambini inoltre
sono spesso lenti nei movimenti, pigri, si stancano
molto facimente e non gradiscono né camminare
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a piedi, né svolgere qualche sport. Tendono ad
essere in sovrappeso.
Come si pone l'ortopedia verso il
piattismo?
Da sempre l'ortopedia dell'età evolutiva si
è preoccupata di trovare dei presidi per la
correzione dei piedi piatti, impiegando, il più
delle volte, materiali rigidi e mezzi coercitivi per
posizionare meglio i piedi. Scarpe ortopediche,
plantari con rialzi sulla volta mediale, semisfere,
talloniere per contenere il valgismo del calcagno,
si usano da sempre, ma sempre con scarsi risultati.
Negli ultimi vent'anni si sta affermando l'utilizzo di
speciali plantari di stimolazione neuro-muscolare.
Quello che comunemente non viene valutato nella
prescrizione di una ortesi plantare ortopedica,
è l'effetto sensoriale che le ortesi inducono e le
reazioni neuromuscolari ad esse connesse.
Ma la ricerca scientifica degli ultimi decenni ci sta
facendo capire, ed ha fin qui dimostrato, che la
disposizione architettonica delle ossa dipende
essenzialmente dal funzionamento normale di
muscoli e legamenti. Sono questi che, esprimendo
una normale forza ed una normale capacità
fibroelastica, posizionano e mantengono le ossa
in assetto ottimale per lo svolgimento sia della
funzione antigravitazionale che dinamica di ogni
parte del nostro apparato locomotore, anche dei
piedi. Esistono oggi dei plantari di ultimissima
generazione che presentano forma, dimensione
e consistenza completamente diversa dai soliti
plantari ortopedici, permettendo una ottima
adattabilità ad ogni tipo di calzatura.
Presentano nel loro interno delle sacche di
attivazione proprio all’inserzione dei muscoli
intrinseci della pianta dei piedi, quei muscoli da cui
dipende l’organizzazione delle arcate ossee dei
piedi stessi.
Tali sacche di stimolazione vengono riempite,
in modo assolutamente personalizzato per ogni
singolo paziente, con un materiale di consistenza
elastica tale da innescare un massaggio continuo
ai muscoli ed ai punti della pianta dei piedi che
non lavorano in modo corretto. Usati in modo
continuativo p