100% Fitness Mag - Anno VIII Gennaio 2014 | Page 12
#LOGOPEDISTA
La chitarra spezzata di
Jason Becker
Dottoressa
Mariarosaria D’Esposito
Laureata in Logopedia presso l’Università
Federico II di Napoli
Giovedì e Sabato dalle 9.00 alle 13.00
338.3191494
http://bit.ly/1c9PCsk
Da quando suo padre, un musicista jazz, gli regalò
la sua prima chitarra all’età di 5 anni Jason non se
ne separò più: la portava anche a letto!
Le sue prime foto lo ritraggono come un bambino
un po’ serioso: capelli a caschetto, sguardo vispo
ed impertinente, sempre abbracciato alla sua
inseparabile amica a sei corde.
Un enfant prodige della musica che “volava”
sul pentagramma, con virtuosismi ispirati al
Maestro Niccolò Paganini. A 16 anni superò in
bravura i suoi stessi insegnanti. Bastarono pochi
accordi, eseguiti sul palco di un’aula scolastica e
testimoniati da uno dei suoi più famosi e cliccati
video, a rivelare al pubblico l’enorme talento.
La sua particolare tecnica esecutiva, precisa,
veloce ed innovativa, fece di lui un vero e proprio
genio della musica heavy metal. Inizia per Jason
un periodo discografico esplosivo: all’età di 17
anni incontra il chitarrista Marty Friedman e con
lui produce e pubblica due album grandiosi,
“Speed Metal Symphony” e “Go off!”. Nell’88
e successivamente nel ’95 le prime incisioni
come solista, “Perpetual Burn” e “Prospective”,
dimostrano ancora una volta il suo livello
chitarristico eccezionale e l’assoluta perfezione
delle sue esecuzioni, con tempi musicali di rapidità
sovrumana. Stava nascendo una rock star: all’età
di 20’anni contattato da Lee Roth, per sostituire
Steve Vai nei Van Halen, entra a far parte della
band e si prepara per un tour mondiale.
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Gennaio 2014
Poi la tragedia: durante le prove con il gruppo,
Jason sente in maniera sempre più frequente
debolezza diffusa e fatica nei movimenti. Visite
specialistiche ed esami clinici non sembrano
riuscire a spiegare questa crescente stanchezza
e ad arrivare alla formulazione di una diagnosi.
Claudicante, con il bastone di legno e le mani
tremanti, sempre meno forti, Jason continua a
frequentare assiduamente la sala d’incisione ed
non si assenta mai alle prove con il suo gruppo. Ma
suonare, muovere le dita sulle corde, è sempre più
difficile e faticoso. All’età di soli 22 anni la diagnosi:
SLA (Sclerosi Laterale Amiotrofica), una terribile
malattia neurologica che lo porterà, di lì a poco,
alla totale paralisi muscolare. I medici gli danno al
massimo ancora 3 anni di vita.
Jason Becker oggi riesce a muovere solo gli occhi,
impossibilitato a respirare autonomamente ed a
parlare. Tuttavia comunica grazie ad un sistema,
messo a punto dal padre, che sfrutta unicamente i
movimenti oculari. Jason non solo ci trasporta nella
sua ancora fervida emotività, ma ancora compone
musica, non toccando più le corde della sua
chitarra, ma di certo l’animo di chi l’ascolta.
Jason è ancora vivo e combatte contro la sua
malattia. La copertina dell’edizione rivisitata e più
recente dell’album “Prospective” ritrae una chitarra
spezzata, distrutta, senza corde, parte di uno
scenario desolato e decadente. La frase “It has
crippled my body and speech, but not my mind”
(“Ha paralizzato il mio corpo e il linguaggio, ma non
la mia mente”), apposta sull’album, apre una crepa
sulla scorza superficiale secca ed arida e ci porta in
un mondo interiore ancora vivo e pulsante.
La SLA è un “mostro” che divora, colpisce ogni
muscolo del corpo e pian piano toglie il respiro.
Il senso d’impotenza e l’incombenza della morte
hanno scaraventato questo giovane e talentuoso
chitarrista in una lotta per la vita. La sua nuova
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