100% Fitness Mag - Anno VIII Aprile 2014 | Page 48

#ANESTESISTA Il catetere venoso centrale totalmente impiantabile Dott. Antonio Coppola Medico, pediatra, rianimatore, anestesista specializzato nella terapia del dolore 338.1705569 I sistemi infusionali totalmente impiantabili svolgono un ruolo sempre più importante nell ambito del trattamento farmacologico, in particolare nel campo oncologico, dove i pazienti subiscono frequenti punture nelle vene. Per accesso vascolare s’intende qualsiasi forma di cateterismo di vasi (sia venosi che arteriosi) eseguito al fine di introdurre sostanze nel circolo ematico o per effettuare prelievi o indagini strumentali. Gli accessi venosi possono essere sia periferici che centrali; si definiscono “periferici” quelli attraverso le vene delle braccia o delle mani e, occasionalmente, anche delle gambe e dei piedi, e “centrali” quelli in cui si utilizzano vene di calibro maggiore (succlavia, giugulare, femorale). L’indicazione ad utilizzare l’uno o l’altro accesso dipende da vari fattori: conformazione anatomica del paziente (adiposità, fragilità vasale), situazione d’urgenza, tipo di terapia da somministrare (sostentamento post-operatorio, chemioterapia, nutrizione parenterale totale in pazienti defedati). I port sono dei sistemi definiti “Totalmente Impiantabili” poiché vengono inseriti completamente in una tasca sottocutanea. Sono costituiti da due componenti: un Catetere Venoso Centrale ed un piccolo dispositivo con membrana di silicone. Per comprenderne il funzionamento lo si potrebbe paragonare ad 48 100% Fitness Mag Aprile 2014 un “portaspilli”. Con questo sistema, utilizzando aghi adeguati (aghi di Huber, Gripper), si può accedere attraverso la cute al catetere senza maneggiarlo, come invece accade per i cateteri Venosi Centrali (CVC), e, di conseguenza, viene a diminuire il rischio di infezione. “Tecnicamente” il port ha una forma circolare o ovale, con all’interno una camera chiusa in alto da un tappo di silicone, circondata da un rivestimento di materiale biocompatibile (plastica, titanio), aperta in basso e lateralmente nel punto dove il sistema si collega al catetere. L’impianto del port richiede un piccolo intervento chirurgico in anestesia locale, effettuato in sala operatoria. Nella maggior parte dei casi, tale intervento chirurgico si effettua in regime di Day Hospital. Solitamente il port è posto sulla parte alta del torace, al di sotto della clavicola, più frequentemente a destra per ragioni anatomiche. É possibile che, nelle prime 2448 ore dopo l’intervento compaiano rossore e/o gonfiore sulla cute attorno all’incisione, eventulmente associati a dolore, comunque di modesta entità. Si tratta di fenomeni che tendono a regredire rapidamente. Se, al contrario, tali disturbi dovessero persistere, peggiorare o comparire a distanza di tempo dall’intervento, è necessario che si rivolga al Suo medico oncologo o al personale infermieristico. É possibile che, nelle prime 24-48 ore dopo l’intervento, compaiano rossore e/o gonfiore sulla cute attorno all’incisione, eventulmente associati a dolore, comunque di modesta entità. Si tratta di fenomeni che tendono a regredire rapidamente. É importante evitare qualunque sforzo nel corso della prima settimana dopo il posizionamento per evitare uno spostamento del port sotto la cute. É altrettanto importante seguire le indicazioni sulla medicazione della piccola incisione cutanea, che vengono fornite dal medico in modo da evitare infezioni locali. Dopo circa 10-12 giorni saranno tolti i punti di sutura e, quando la ferita sarà completamente cicatrizzata, non sarà richiesta alcuna assistenza particolare. Si potrà così fare il bagno, nuotare, praticare sport, purché non si stia utilizzando il port in quel periodo.