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#PSICOLOGA
La dipendenza
da cocaina
Dott.ssa Luisa Buonocore
Laureata in Psicologia Clinica presso
l’Università “La Sapienza di Roma”.
Collabora con il Centro di Terapia
Metacognitiva Interpersonale di Roma.
Lunedì e Venerdì dalle 10.00 alle 13.00
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La cocaina è una sostanza psicoattiva che agisce
rapidamente e dà dipendenza.
Attualmente è la seconda sostanza illecita, dopo
la cannabis, usata in Europa.
È una sostanza di origine vegetale che appartiene
alla famiglia degli alcaloidi e viene estratta dalle
foglie di coca, pianta originaria del Sud America
(principalmente Colombia, Perù e Bolivia).
Attraverso la macerazione delle foglie di questa
pianta, si ottiene una pasta da cui si estrae
una polvere cristallina che contiene la cocaina
cloridrato che poi viene venduta sotto forma di
polvere bianca.
Generalmente è mescolata ad altre sostanze
(maizena, talco, zucchero ecc.) o con altre droghe
(procaina, amfetamina ecc.) oppure con altri
prodotti (amido di granturco, zucchero a velo,
bicarbonato, talco) allo scopo di aumentarne il
volume e i profitti della vendita.
Il Crack, invece, è il nome dato ai cristalli
di cocaina ottenuti processando la cocaina
in polvere per trasformarla in una sostanza
fumabile. Il termine “crack” si riferisce al suono
scricchiolante emesso quando si fuma questo
miscuglio. Le modalità di assunzione di questa
sostanza sono diverse: può essere ingerita,
inalata, iniettata o fumata.
La cocaina cloridrato che assume la forma di
polvere, può essere assunta per via intranasale
(sniffata) o attraverso altre mucose come
quella orale, genitale, rettale. La modalità
d’assunzione più diffusa è quella intranasale in cui
l’assorbimento avviene tramite la mucosa nasale.
La cocaina cloridrato può anche essere diluita e
la soluzione ottenuta può essere iniettata, cioè
assunta per via endovenosa (più raramente per
via sottocutanea o muscolare).
Il Crack, invece viene fumato, immettendo
la sostanza direttamente nei polmoni. La via
inalatoria garantisce l'assorbimento di dosi
particolarmente elevate in tempi brevi (il fumo
di crack dà euforia in meno di 10 secondi), che
possono spiegare la pericolosità della cocaina
sotto questa forma.
Gli effetti della cocaina variano a seconda della
modalità d’uso e dalla variabilità individuale di
risposta agli effetti della sostanza.
Gli effetti “positivi” (sensazione d’intenso
piacere ed euforia) svaniscono dopo circa 30
minuti e tendono a mutare con il ripetersi delle
assunzioni in quanto vanno incontro a tolleranza
(si riducono col tempo e richiedono dosi sempre
più elevate per essere percepiti); parallelamente
tendono a comparire e ad accentuarsi col
tempo gli effetti “negativi” (pensieri deliranti
di tipo persecutorio, paranoia, movimenti e
comportamenti ripetitivi, fino alla comparsa di
allucinazioni). Inoltre, l’uso di cocaina (non solo
cronico ma anche saltuario) può associarsi a una
serie di complicanze fisiche, quali: problemi
cardio-vascolari (cardiopatie ischemiche,
crisi ipertensive, emorragie cerebrali, ictus),
neuropsichiatrici (attacchi epilettici e convulsioni,
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