100% Fitness Mag - Anno VII Settembre 2013 | Page 36

100% FITNESS MAGAZINE PSICOPEDAGOGISTA sempre e solo dei buoni genitori alle prese con docenti cattivi e ingiusti (è peraltro frequente anche l’opinione inversa) non favorisce la migliore integrazione dei figli a scuola né un adeguato sviluppo affettivo, cognitivo ed emotivo. E’ quindi necessario mettere in atto ogni possibile strategia e dimostrare la massima disponibilità per passare dalla contrapposizione alla cooperazione. Solamente cooperando con i docenti diventa possibile affrontare e risolvere piccole e grandi crisi, capire bisogni e difficoltà, decodificare comportamenti e richieste apparentemente singolari per sfuggire così al conseguente rischio di ‘dispersione scolastica’. Genitori e docenti, sia pure con ruoli diversi, hanno infatti in comune lo stesso obiettivo: il benessere dei ragazzi attraverso l’incremento di autonomia, autostima e capacità di costruire e mantenere rapporti significativi. Uno scollamento tra scuola e famiglia circa il raggiungimento di questi obiettivi, causa nei figli difficoltà e confusione nell’introiettare regole e nel seguire indicazioni educative. E’ dovere di ogni docente informarvi circa il profitto, la condotta, le potenzialità, i problemi e i limiti dei vostri figli. Non dovete vivere eventuali giudizi negativi come ferite o insulti: il docente sta solo esprimendo una difficoltà o mettendovi a conoscenza di una situazione problematica. Piuttosto sarebbe bene diffidare di quegli insegnanti sbrigativi che vi liquidano rassicurandovi che va tutto bene ed esibendo voti altissimi e giudizi lusinghieri. Si tratta di collaborare, qualunque sia l’ordine e il grado della scuola, per colmare eventuali lacune o per risolvere momentanei disagi. questi casi è opportuno rassicurare i figli senza nascondere la realtà conflittuale ma spiegando che i genitori, anche se con qualche lite rumorosa, un po’ di rabbia o qualche silenzio di troppo, stanno tentando di risolvere i loro problemi. E comunque non succederà nulla che possa tradursi in un improvviso abbandono dei figli. In tutto questo, la scuola non deve essere vissuta come uno spazio-tempo completamente staccato dalla realtà interiore dei figli. La percezione dell’ambiente scolastico da parte di ogni alunno è frutto di una quantità di elementi interni (sicurezza, autostima, autonomia, motivazione) che interagiscono tra loro, e di elementi esterni (atmosfera familiare, legame con i genitori, fiducia, dialogo) che a loro volta influiscono, potenziano o mettono a dura prova, fino a frammentarli, quelli interni. Un figlio a scuola non è un altro individuo. E’ sempre lui, con le proprie potenzialità e i propri limiti, che aumentano o diminuiscono in relazione a quanto succede in famiglia e più in generale nell’ambiente in cui vive. Per effetto di questa osmosi tra scuola e famiglia occorre che i genitori prestino particolare attenzione e partecipino alla vita scolastica di ogni figlio, creando e attiva