100% Fitness Mag - Anno VII Ottobre 2013 | Page 24
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CARDIOLOGO
Un tipo di defibrillatore
Un pacemaker defibrillatore impiantabile
sotto la cute
nica e di Fisiologia cardiovascolare
intuirono e tradussero la possibilità
di dotare la Medicina di migliori e
perfette apparecchiature, defibrillatori semiautomatici esterni, abbreviato
come DAE o AED (Automated External Defibrillator). Questi prima erano
enormi e poi in piccolissime dimensioni per la risoluzione di quelle gravi
aritmie, come la fibrillazione ventricolare, che possono comparire dopo
un infarto cardiaco, interventi operatori normali e di cardiochirurgia. Nel
1980 l’industria con i suoi tecnici è
riuscita a mettere sul mercato anche
il primo pacemaker defibrillatore impiantabile, denominato ICD (Inplantable Cardioverter Defibrillator) da
sistemare sotto la cute collegato al
cuore del soggetto a rischio, affetto da
malattie cardiache e con il rischio di
un possibile arresto cardiaco. La sua
diffusione in tutto il mondo è stata
rapida e milioni di persone devono a
questo presidio tecnico la loro vita.
Quando il cuore può fermarsi
L’arresto cardiaco improvviso è
una causa principale di decesso nel
mondo che può colpire molte persone, in qualsiasi momento e luogo,
solitamente senza sintomi che lo
precedono. I fattori di rischio che
possono determinare una condizione
del genere sono: un precedente infarto, una grave insufficienza coronarica
(ischemia), familiarità per arresto cardiaco, difetti cardiaci congeniti, notevole obesità e gravi forme di diabete.
Le statistiche ci dicono che oltre oltre
il 70 per cento di arresto cardiaco si
verifica fuori delle strutture sanitarie
e solo una persona su 20 sopravvive.
Ogni anno in Europa oltre 700mila
persone muoiono in seguito ad un
arresto di cuore. In Italia ogni anno
sono circa 60mila i casi. Da quanto
abbiamo precisato in queste evenienze il tempo è prezioso; è stato calcolato che per ogni minuto di ritardo
della defibrillazione le possibilità di
sopravvivenza si riducono a circa il
10 per cento, mentre il decesso può
sopraggiungere entro 10 minuti. Chi
viene colpito da arresto cardiaco
perde conoscenza e va in immediato
collasso con assenza di polsi periferici e respirazione. L’infartuato ha una
manifestazione diversa, e ciò serve
per una immediata differenziazione
e riconoscimento della sindrome per
chi è presente. L’infarto è caratterizzato quasi sempre da forti dolori al
petto, a sinistra, talvolta diffusi al
braccio sinistro o alla zona gastrica,
ma il soggetto resta vigile e presente
con la percezione da parte di chi sta
vicino dei battiti ai polsi dell’infartuato e di una normale respirazione.
La catena della sopravvivenza
Cosa fare in presenza di una persona che per strada o in altro luogo
pubblico ha perdita di conoscenza
e va in collasso con la sintomatologia suddescritta? Innanzitutto al
riconoscimento precoce di una tale
emergenza occorre mettere in moto
la cosiddetta “catena della sopravvivenza”, che consiste come prima
cosa di sistemare il malcapitato con il
corpo in posizione orizzontale, anche
a terra dove si trova per consentire un
equilibrio vascolare a livello dei centri cerebrali, poi chiamare il Pronto
Soccorso (118), iniziare la rianimazione cardiopolmonare per consentire
una momentanea attività del cuore
e del respiro, e quando è possibile
eseguire la defibrillazione precoce in
attesa dell’arrivo del personale medico e infermieristico dell’ambulanza.
Il defibrillatore è un vero salvavita e
attualmente è di facile impiego con il
suo automatismo. Dopo l’applicazione delle due placche sul torace del
paziente: una sulla zona sottoclavicolare destra ed una seconda sulla zona
sottomammellare sinistra, lo stesso
defibrillatore attua automaticamente
un controllo elettrocardiografico ed
in assenza di battito cardiaco invierà
una prima scarica elettrica al cuore.
Lo strumento accerta l’esito e procederà autonomamente al prosieguo
per una eventuale nuova scarica.
Diffondere la conoscenza del
soccorso
Si tratta certamente di un intervento
in emergenza non facile e che non
tutti sono in grado di poter effettuare. Da ciò l’importanza in un mondo
moderno di rendere pratici in questo
campo un numero sempre maggiore
di persone, specie i giovani, anche
quelli che non fanno parte del mondo
della Sanità, i Vigili del Fuoco, Vigili
Urbani, agenti di Polizia, Carabinieri
e militari, nonchè volontari e coloro
che sono addetti a pubblici servizi
(autisti di mezzi pubblici, ferrovieri).
Occorre dalle organizzazioni sanitarie
locali una sempre maggiore messa
in campo di apparecchiature come
i defibrillatori semiautomatici. Una
dotazione di questi già esiste presso
Centri sportivi e alcune Farmacie, ma
è opportuno diffonderli ancora.
Non bisogna essere dei medici per
salvare una vita umana; bastano
cinque minuti con mezzi idonei ed
esperienza.
Come vengono posizionati gli elettrodi
dell’apparecchio sul torace