100% Fitness Mag - Anno VII Ottobre 2013 | Page 22
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CARDIOLOGO
La scossa che
salva il cuore
Non occorre essere medici per salvare una vita. In caso di arresto
cardiaco è sufficiente disporre di una semplice apparecchiatura
e saperla usare
guide delle certificazioni mediche e
l’utilizzo dei defibrillatori da parte
delle Società sportive, ciò non toglie
che ovunque, sulla strada ed in tutti
i luoghi pubblici si sono verificati e
possono ancora verificarsi drammatici episodi di emergenza cardiologica.
Professor Dottor
Vittorio Fabbrocini
Cardiologo e Internista, è stato Libero
Docente presso l’Università di Napoli,
Primario ospedaliero e poi Cardiologo
ambulatoriale a Napoli. Giornalista
pubblicista, già Redattore scientifico de
IL MATTINO di Napoli - Tel. 338.4086506;
v.fabbrocini@alice.it
S
i sente spesso parlare della
necessità di poter disporre in
ambienti pubblici, solitamente affollati, di apparecchiature
cardiologiche, denominate Defibrillatori, allo scopo di poter fronteggiare
improvvise e mortali complicanze
cardiologiche, come un improvviso
arresto cardiaco.Ciò determina entro
una decina di minuti, se non si interviene subito, la morte dell’individuo. Così il mondo sportivo è rimasto
scosso per l’improvvisa e drammatica
morte sui campi di gioco del calciatore del Livorno Piermario Morosini
e del pallavolista Igor Bovolenta. Se
questi episodi hanno messo a rumore
gli sportivi per un’adeguato servizio
di prevenzione sui campi di gioco, ed
a riguardo v’è stato il Decreto Legge
del Ministro Balduzzi del 26 aprile
scorso in attuazione della Legge 189
dell’ 8 novembre 2012 per le linee
I battiti del cuore
La regolazione del battito cardiaco
normale, che corrisponde per ogni
battito ad una contrazione dell’intero
muscolo cardiaco, avviene mediante
impulsi elettrici che fanno capo a
due importanti punti di riferimento
del cuore: il primo è detto “nodo del
seno atriale”, da dove parte il primo
stimolo che percorre la parte superiore dei due atri e raggiunge il “nodo
atrio-ventricolare”, da dove passa ai
due ventricoli, destro e sinistro, provocandone così la sua contrazione
ed espulsione della massa di sangue
nel circolo arterioso generale (Aorta)
e polmonare (Arteria polmonare).
Quando questa attività bioelettrica
viene interrotta si crea una mancanza di coordinamento degli stimoli
regolari alla contrazione cardiaca.
Questa avviene perciò da parte dei
due ventricoli in modo anomalo ed
insufficiente come delle vibrazioni,
determinando un arresto cardiaco.
Tale condizione, che viene definita
come “fibrillazione ventricolare” in
mancanza di un intervento di rianimazione cuore-polmonare e scossa
elettrica con un Defibrillatore semiatutomatico, può condurre a morte.
La nascita del Defibrillatore
Questa apparecchiatura che può sal-
vare la vita di una persona è stata
scoperta per la cocciutaggine di un
medico di voler salvare la vita di un
uomo in sala operatoria. Era il 1947
e in un piccolo ospedale americano
durante un intervento di appendicectomia un giovane paziente non cardiopatico fu colpito da un arresto cardiaco per fibrillazione ventricolare.
Venne attuato subito un massaggio
cardiaco mentre il medico anestesista
manteneva una forzata respirazione
con l’apparecchiatura in dotazione.
Poichè il cuore non riprendeva il suo
ritmo ed i minuti passavano, avvicinandosi il momento del non ritorno,
fu a quel punto che l’operatore, il
chirurgo Claude S. Beck, dec \