100% Fitness Mag - Anno VII Novembre 2013 | Page 30
PEDIATRA
No agli sprechi
alimentari
Dottor
Carlo Alfaro
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Il 16 Ottobre si è celebrata la Giornata
Mondiale dell'Alimentazione, istituita dalla
FAO nel 1979, che quest’anno ha avuto come
priorità assoluta la riduzione degli sprechi
alimentari. In quest’epoca di globale crisi
economica e ambientale gli sprechi alimentari
assumono più che mai rilievo. Secondo
l’ultimo rapporto Fao, ogni anno più di un
miliardo di tonnellate di cibo finisce nella
spazzatura con uno spreco di 750 miliardi di
dollari e un impatto negativo su clima, risorse
idriche, utilizzo del territorio e biodiversità.
Ogni anno il cibo prodotto e non consumato
sperpera un volume di acqua pari al flusso
annuo di un grande fiume, utilizza quasi il
30% della superficie agricola mondiale ed
è responsabile della produzione di più di 3
miliardi di tonnellate di gas serra.
E’ un paradosso intollerabile che un terzo
del cibo prodotto nel mondo venga buttato
via, mentre 870 milioni di persone soffrono
la fame e la mortalità infantile – in base al
rapporto Unicef sulle cause di decesso dei
bambini entro i 5 anni – ha la malnutrizione
come principale responsabile. L’altra faccia
della malnutrizione è il dilagare dell’obesità,
con 1,4 miliardi di persone sovrappeso al
mondo, di cui un terzo è obeso.
La lotta agli sprechi e l’educazione ad una
sana nutrizione sono due temi strettamente
connessi. Secondo la Fao, il 54% degli
sprechi alimentari si verificano nelle fasi di
produzione, raccolto e stoccaggio; il restante
46% è addebitabile ai consumi. Lo spreco
maggiore riguarda i cereali, mentre lo spreco
del consumo di carne è basso, ma è quello
che genera l’impatto ambientale più grave in
termini di occupazione del suolo, consumo
di acqua ed emissioni di carbonio. Questi
dati dovrebbero ispirare un cambiamento
dello stile di vita a partire dal contenimento
degli sprechi, dal riutilizzo degli avanzi di
cibo e dal consumo sano e consapevole
delle materie prime. Per quanto riguarda la
situazione italiana, secondo i dati dell’ADOC
(Associazione Difesa Consumatori) nella
100%fitnessmag • novembre 2013
spazzatura finiscono quotidianamente 4 mila
tonnellate di alimenti: in media, ogni italiano
butta 27 kg di cibo buono all’anno, uno
spreco quantificabile nella somma di circa
585 euro a famiglia. Lo spreco più importante
riguarda i prodotti con scadenze brevi, in
particolare latte, uova, formaggi e yogurt
(39%); seguono pane e pasta (15%), carne
(18%), frutta e verdura (12%). Tuttavia questi dati
non tengono conto dello spreco delle grandi
mense aziendali, ospedaliere e scolastiche,
dei grandi alberghi o dei villaggi turistici.
L’Andid (Associazione Nazionale Dietisti) è
partita da questi dati per lanciare un appello
alla riduzione degli sprechi, suggerendo
alcune regole utili per salvare cibo e denaro
e al tempo stesso per seguire una dieta sana.
L’alimentazione, anzitutto, deve essere varia e
bilanciata. E’ bene poi non farsi prendere da
slanci consumistici al momento della spesa,
ma limitarsi all’acquisto di ciò che serve
davvero. Sono da preferire cibi di origine
vegetale, di stagione e prodotti localmente,
cibi freschi e minimamente processati, a filiera
corta o direttamente dal produttore.
L’acqua del rubinetto è meglio di quella
confezionata. E per ridurre l’impatto
ambientale si scelgano prodotti con minori
quantità di imballaggio, o con imballaggio in
materiale riciclato munito di eco-etichettatura,
e certificati a basso impatto ambientale.
Non lasciarsi ingannare dalle campagne
di marketing che invitano ad acquistare
sottocosto cibi in quantità superiore a quelle
che poi verranno effettivamente consumate.
Meglio poi fare la spesa seguendo
minuziosamente la lista degli acquisti
preparata a casa. E’ buona norma riprendere
le ricette della nonna per recuperare gli
avanzi della tavola e farne nuovi gustosi piatti.
Fare sempre attenzione alla preparazione,
conservazione dei cibi e al loro adeguato
smaltimento.