100% Fitness Mag - Anno VII Novembre 2013 | Page 18
per parlarne poi, a cose fatte. Le donne, al contrario,
di fronte alla difficoltà cedono al bisogno di parlarne
subito con qualcuno, quasi fosse il primo atto risolutivo
del problema. Il risultato? Lei lamenta: ‘Perché non
me lo hai detto?’, mentre lui mugugna: ’Cosa te lo
dicevo a fare?’. Comprendere questo ci aiuta a
riconoscere che quella che noi percepiamo come
carenza nel partner, non dipende da una mancanza
d’amore, ma piuttosto da una diversità di stile
comunicazionale. Ciò non ci autorizza però a partire
prevenuti. Diffidiamo dei luoghi comuni che etichettano
l’uomo come razionale, freddo e distaccato, e la donna
ipersensibile, emotiva, manipolatrice. Ciascuno di
noi, nella sua unicità, può imparare a sfrondare il suo
modo di comunicare da condizionamenti culturali,
luoghi comuni, stereotipi e ritrovare così uno stile
comunicativo autentico. Infatti, più la comunicazione
è autentica, più è efficace, non solo ai fini della
comprensione tra noi e l’interlocutore, ma anche
per la salvaguardia del nostro benessere. Le parole
infatti, come fili invisibili, creano vere e proprie trame
energetiche che compongono il tessuto della coppia:
tessuto che può essere compatto, leggero, pesante,
sfilacciato, a seconda delle parole che usiamo. Quante
volte, durante un battibecco sterile col partner, ci capita
di osservarci e di chiederci: ma come siamo arrivati
a questo punto? Dove abbiamo sbagliato? A questo
proposito ci può essere d’aiuto vedere l’evoluzione
che ha la comunicazione all’interno di una relazione
amorosa: come cambiano ‘le parole per dirlo’ nella
coppia nascente, nella coppia strutturata, nella
coppia in crisi. Infine, come tradurre ciò che vogliamo
esprimere nel modo più consono, così da sciogliere
eventuali tensioni, in vista di un benessere reciproco.
La comunicazione nella coppia nascente
In questa fase si evitano i riferimenti alla vita quotidiana:
le beghe in ufficio, le baruffe in famiglia, i soldi che non
bastano mai.. Immersi nella forza dell’eros nascente,
usciamo dalla nostra storia personale, come da un
vestito fuori moda e, anche nel linguaggio, diventiamo
originali. Nell’innamoramento, ogni parola riacquista
forza creativa: non si sottovaluta mai una frase del
partner, non si dice mai una cosa tanto per dire.
Le parole sono sussurrate, il tono di voce è caldo e
sfumato, il ritmo lento, intervallato da sospiri, risate,
pause. Le telefonate sono frequenti, non per dirsi
realmente qualcosa, ma per stare con l’altro. E’ la voce,
più che la parola, la protagonista. Non conta tanto
raccontarsi, quanto sentirsi
La comunicazione nella coppia strutturata
Nella coppia strutturata, il dialogo ha un ruolo
primario. Mentre l’eros si stabilizza su valori standard,
la parola diventa il veicolo fondamentale della
comunicazione. Nella stragrande maggioranza delle
coppie si ritiene che il benessere di una relazione sia
direttamente proporzionale alla presenza di un buon
18
100%fitnessmag • novembre 2013
dialogo tra i partner. Se c’è un problema, il primo passo
per affrontarlo è discuterne con lui o con lei: ‘Vorrei
parlarti di una cosa’. Allo stesso modo, le emozioni
bloccate (rabbia, tristezza, paura...), trovano una via
di sfogo nelle parole: ‘Cosa c’è che non va? Su, prova
a parlarne..’. Nella coppia strutturata che condivide la
quotidianità, ha responsabilità comuni, vive nella stessa
casa, la comunicazione è in primo luogo funzionale
allo scambio di informazioni di servizio: ‘A che ora
torni stasera? Passi tu a ritirare i panni in lavanderia? I
bambini in palestra li accompagno io’.
Ci si parla per organizzare, pianificare, decidere.
E’ quindi una comunicazione che tende ad essere
essenziale e sintetica. Ma attenzione. Forti della
conoscenza che riteniamo di avere del partner, il
rischio è quello di dare per scontato ciò che dice
e quindi facciamo finta di ascoltarlo. E in momenti
di tensione, quando abbiamo un grande bisogno
dell’attenzione dell’altro, percepirne l’indifferenza
è quanto di peggio ci sia. Per evitare l’automatismo
del ‘finto ascolto’, concediamoci qualche secondo di
silenzio prima di parlare o rispondere.
La comunicazione nella coppia in crisi
Uno degli scenari comunicativi più frequenti in una
coppia in crisi è il silenzio. Lo scambio verbale è
limitato alle parole che servono, tipo: ‘Passami il
sale’, o ‘Prendo io la tua macchina, perché la mia è
dal meccanico’, intercalate da lunghi, pesanti silenzi,
che condensano il malessere che serpeggia, più
o meno incancrenito dall’accumulo di tensioni e
problemi irrisolti. Il ‘non dire’ diventa sinonimo di
estraneità, non condivisione, non volontà a fare l’altro
partecipe del proprio disagio. Se è soprattutto uno
dei due partner a non parlare, il silenzio di uno viene
percepito dall’altro come tacita accusa: ‘Con te è
inutile parlare’. Oppure quando i mutismi si perpetuano
fino a diventare la regola, col silenzio esprimiamo
la staticità di una situazione che si è arenata su un
binario morto: ‘A che serve parlare? Tanto non cambia
niente!’ E ancora, il silenzio continuo può essere
la manifestazione più evidente dell’assenteismo
dal rapporto: ‘Decidi tu, io non ci metto parola’,
atteggiamento che si associa all’indifferenza e
all’apatia, rispetto a una crisi che si sa insanabile.
Altro scenario classico della coppia in crisi,
diametralmente opposto, è il litigio perpetuo.
Qualsiasi occasione diventa un pretesto per scatenare
battibecchi, risse, polemiche infinite, mai costruttive
e mai finalizzat H[H