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AUDIOPROTESISTA
10.800.000 unità, la fascia “over-65” supera abbondantemente i 16.000.000 di unità, mentre la fascia “over-80”
consta di ben 3.600.000 unità (v. sito web ISTAT).
È evidente che se gli “over-65” rappresentano circa il 20%
della popolazione e gli “over-80” circa il 5%, i problemi
legati al deterioramento uditivo nell’anziano non possono
essere trascurati, non fosse altro che per l’impatto numerico, inevitabilmente tradotto in impatto socio-assistenziale.
Da un punto di vista quantitativo, infatti, la sordità rappresenta uno dei principali handicap dell’anziano. Troppo
spesso, inoltre, le problematiche sociali e comunicazionali
dell’anziano vengono attribuite esclusivamente ad un deterioramento cognitivo, mentre atteggiamenti di autoemarginazione ed apparenti deficit attenzionali non sono altro
che epifenomeni di una sottostante sordità.
Potrei citare tanti che dopo aver trascorso molti anni in
uno stato di notevole difficoltà di comunicazione, giunti
gradualmente per la scarsa discriminazione in uno stato
di graduale abbandono delle capacità cognitive si erano
completamente isolati, tanto da assumere atteggiamenti
che venivano attribuiti ad uno stato depressivo o una condizione di demenza.
In molti casi, in cui i pazienti non erano ancora mai stati
protesizzati, la possibilità di utilizzare un apparecchio acustico era valutata negativamente sia dai familiari che dagli
stessi pazienti, dubbiosi in merito all’utilità dell’amplificazione o addirittura convinti che ciò potesse comportare
solo fastidio o addirittura peggiorare l’udito residuo; la
protesizzazione, per di più, era ritenuta in oltre il 50%
dei casi poco utile(inutile) o addirittura controindicata dal
medico di famiglia o da specialisti ORL consultati a proposito della ipoacusia.
Nei pazienti che avevano già sperimentato la protesizzazione con scarsi risultati, la valutazione audiologica ha
evidenziato una elevata incidenza di apparecchi acustici
inadeguati o sottodimensionati in rapporto all’ipoacusia, in
alcuni casi addirittura non funzionanti (!!), con collaterale
riscon¬tro di una elevata incidenza di tappi di cerume.
Tutti i pazienti, sono stati prima sottoposti ad una adeguata rimozione, laddove presenti, di materiali ostruenti il
condotto uditivo esterno, e poi sottoposti ad una serie di
accerta-menti audiometrici di base:
- audiometria tonale standard con warble tones da 125
ad 8000 Hz;
- audiometria vocale standard con bisillabi (competizione
con speech-noise a rapporto S/N +10 dB);
- impedenzometria;
- rilievo della soglia di intolleranza acustica.
In seguito è stata studiata la funzione di discriminazione
verbale in campo libero con metodica tradizionale (materiale verbale standard riprodotto attraverso diffusori acustici per uso audiometrico clinico), in associazione ad una
valutazione della funzione di comprensione di argomenti
comuni (compatibilmente con il livello culturale dell’esaminato), presentati sia con metodica acumetrica controllata (cuffie e diffusori in cabina silente) che attraverso un
semplice colloquio in ambiente comune.
In tutti i casi, una volta raggiunto empiricamente un ade-
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guato grado di amplificazione, una buona funzione di discriminazione ed in particolare, comprensione, validando
già anticipatamente l’ipotesi di partenza, ovvero che troppo
spesso apparenti turbe della comprensione e della sfera
cognitiva sono erroneamente attribuite a deterioramento
mentale piuttosto che ad un banale disturbo uditivo!
Una volta completato il profilo uditivo/discriminativo,
tutti i soggetti già protesizzati sono stati sottoposti ad una
revisione della taratura delle protesi in dotazione o alla sostituzione delle stesse in caso di inadeguatezza funzionale,
mentre nei soggetti da protesizzare per la prima volta è
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