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nati dopo tanti anni, tendono ad accontentare, anticipare, giustificare e
proteggere.
Difficilmente fanno sperimentare
luoghi diversi da quello familiare o
scolastico,cercando di essere sempre
presente per paura che possa accadere qualcosa o perché, loro i genitori
non sono capaci di separarsi dai figli.
Continuando a relazionarsi con
quest’ultimi come se fossero piccoli,
non permettendo loro di crescere.
Dall’altro lato i bambini strutturano
comportamenti non adeguati, egocentrici, utilizzano un linguaggio baby-talk, accompagnato da movenze e
atteggiamenti infantili. Non parliamo
dei “capricci”, grida, aggressività in
ogni luogo, quando non assecondato.
Bambini di 6\7 anni si trasformano
in bambini di 2\3 anni, tale trasformazione è palese agli occhi di tutti
tranne a quelli dei genitori.
Tali modalità vanno ad inficiare non
solo la crescita emotiva del bambino,
ma nel tempo può avere ripercussioni
anche sullo sviluppo cognitivo. Molte
esperienze motorie che il bambino
sperimenta da piccolissimo, non
solo sono la base per i movimenti
futuri, ma sono le fondamenta della
programmazione, problem solving,
dell’organizzazione: la matematica.
Un linguaggio non adeguato all’età
cronologica può produrre difficoltà
nella scrittura tutto ciò può alterare
l’autostima del bambino quindi renderlo insicuro rispetto ai coetanei. Difronte a questo “QUADRO” i genitori
devono fare un autoanalisi e chiedere
aiuto. Attraverso la psicomotricità
si favorisce la crescita emotiva del
bambino, la separazione dalla figure
genitoriale, il decentramento, la tolleranza alle frustrazioni, l’accettazione
dei “NO” e si lavora sull’autostima.
Inoltre dando dei piccoli consigli
psico-petagogici ai genitori si cerca
di far evolvere la situazione. Ecco
una poesia del filosofo GIBRAN che
ci aiuta a pensare:
I vostri figli non sono figli vostri.
Sono figli e figlie della sete che la
vita ha di se stessa.
Essi vengono attraverso di voi,ma
non da voi, e benché vivano con voi
non vi appartengono.
Potete donar loro l’amore ma non
i vostri pensieri: essi hanno i loro
pensieri.
Potete offrire rifugio ai loro corpi ma
non alle loro anime: esse abitano la
casa del domani,che non vi sarà
concesso visitare neppure in sogno.
Potete tentare di essere simili a
loro,ma non farli simili a voi: la vita
procede e non si attarda sul passato.
Voi siete gli archi da cui i figli, come
frecce vive, sono scoccati in avanti.
L’arciere vede il bersaglio sul sentiero dell’infinito,e vi tende con forza
affinchè le sue frecce vadano rapide
e lontane.
Affidatevi con gioia alla mano
dell’Arciere; poiché come ama il volo
della freccia, così ama la fermezza
dell’arco. v