SCOPERTE
SCIENZA
ALIMENTAZIONE
CELIACHIA,
LE DIAGNOSI CRESCONO
DEL 10% ALL’ANNO
Si stima che siano 600.000 gli italiani affetti da celiachia, malattia
autoimmune che può essere definita come un’intolleranza permanente
al glutine. I casi accertati sono 135.000 e aumentano del 10% ogni
anno, grazie a una maggiore attenzione verso questa patologia e
alla disponibilità di test diagnostici.
La predisposizione genetica è necessaria ma si ritiene che una delle
ragioni della diffusione della celiachia sia l’eccessivo consumo di
glutine. Umberto Volta, presidente dei consulenti scientifici nazionali
dell’Associazione italiana celiachia (Csn-Aic), spiega che «anche
alcuni fattori ambientali possono svolgere un ruolo determinante nello
scatenamento della celiachia a cominciare dalle infezioni, come quelle
da rotavirus o da adenovirus e altri ceppi virali, così come gastroenteriti
di natura batterica contratte dopo un viaggio in paesi con condizioni
igieniche non ottimali o infezioni da parassiti». Non si nasce celiaci:
perché la malattia si manifesti è necessario «un habitus genetico
ben definito su cui agiscono fattori ambientali in grado di far
insorgere la celiachia in qualsiasi età della vita, anche in quella
geriatrica». Ma l’intolleranza al glutine non si manifesta solo nella
celiachia. Durante la seconda Consensus conference on gluten-related
disorders, che si è svolta a Monaco lo scorso dicembre, è stata definita
una nuova condizione, la sensibilità al glutine non celiaca (Sgnc).
Colpisce persone non celiache e i sintomi - a carico dell’intestino ma
non solo - migliorano o scompaiono se si interrompe l’assunzione di
glutine e recidivano quando viene reintrodotto nella dieta.
SALUTE
CURIOSITÀ
Occhio ai sintomi
dello stress:
si rischia l’infarto
La verità è che siamo tutti quanti
a rischio. Tutta colpa dello stress:
una “malattia” sempre più diffusa
e che non bisogna assolutamente
sottovalutare. Non importa solo
quanto ci sentiamo stressati ma
anche quanto riteniamo che lo
stress possa essere pericoloso per
il nostro benessere.
La raccomandazione viene da uno
studio pubblicato dallo European
Heart Journal e condotto dall’Inserm
unit 1018, “The Epidemiology and
Public Health Research Centre”,
in collaborazione con un team
di internazionale di ricercatori
britannici e finlandesi: secondo
i risultati le persone stressate (e
anche quelle che si ritengono tali)
hanno il doppio del rischio di
infarto rispetto agli altri.
Lo studio ha coinvolto 7.268 partecipanti, e analizzando i sintomi da
stress è proprio emerso il rischio di
sviluppare una qualche seria malattia che coinvolge in particolare il
sistema cardiovascolare, come ipertensione o diabete. Quindi occhio
a sintomi come ansia, difficoltà di
concentrazione, nervosismo, emicranie, eruzioni cutanee: spesso
sono indice di uno stato di stress.
CANCRO AL SENO: SI PUÒ PREVENIRE CON UNA TERAPIA
Questo è davvero un momento
storico nel trattamento delle donne
ad aumentato rischio di cancro al
seno. Si riferiva alla decisione delle
autorità sanitarie britanniche, di
avviare una campagna battezzata
come “Game changer” che
permetterà di far ottenere a tutte
le donne con una storia familiare
di cancro della mammella, un
farmaco che dovrebbe avere
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un’azione preventiva.
L’iniziativa prende il via dopo il
nuovo orientamento nelle linee
guida sulla prevenzione del cancro
da parte del Uk Nhs - medicines
watchdog, e il National institute for
health and care excellence (Nice).
Il farmaco - che potrà essere il tamoxifene o il raloxifene - secondo i
medici inglesi potrebbe aiutare più
di 488mila donne soltanto in In-
ghilterra e Galles e ridurre in modo
drastico il rischio di cancro al seno.
La campagna di prevenzione sarà
rivolta alle donne dai 35 anni in
su ritenute a rischio di cancro con
oltre il 30% di possibilità, quindi
ritenuto elevato, e anche quelle con
rischio ritenuto moderato (dal 17%
al 30%).