100% Fitness Mag - Anno VII Gennaio 2013 | Page 18
100% FITNESS MAGAZINE
PEDIATRA
Il valore delle fiabe per
lo sviluppo psico-emotivo
del bambino
Dottor
Carlo Alfaro
Pediatra
L
e fiabe, che fanno parte del vissuto di ogni adulto
quando era un bambino, hanno un’origine antica
quanto l’umanità. Esse sono nascono da antichi
miti e riti che sono stati conservati nella memoria
collettiva e trasmessi oralmente, sopravvivendo per secoli e
passando di generazione in generazione. La maggior parte
delle favole sono state raccolte e in parte riscritte nel corso
dell’Ottocento a partire da questi racconti orali. In tempi
antichi, molto prima della nascita di Cristo, esistevano i
cantastorie, narratori itineranti di fiabe, quali oggi si possono ancora incontrare in Oriente, che andavano di luogo
in luogo per cantare e narrare delle storie. Ogni popolo
di antica civiltà aveva le proprie favole e i propri cantori
che le diffondevano. I cantastorie itineranti andavano di
paese in paese, rischiarando la grigia vita dei contadini e
dei cacciatori con immagini di racconti mitici. I cantori
di storie chiamati “bardi” venivano rispettati come una
classe onorata, spesso erano persino sacerdoti. Quando
arrivava un bardo, tutto il paese si raccoglieva attorno a
lui. Da lontano accorrevano anche gli abitanti di fattorie
isolate, perché spesso essi erano l’unica fonte di notizie che
le persone ricevevano nel corso dell’anno. Oltre ai bardi,
che spesso venivano addirittura nominati consiglieri di
capitani e di re, nei paesi nordici c’erano gli “scaldi”, poeti
e cantori che non costituivano una classe a sé, ma piuttosto
“cantavano e dicevano” ciò che scaturiva dal loro animo
rapito dall’ispirazione. È significativo di quanto siano state
importanti le favole per l’umanità il fatto che presso gli
indiani, gli africani, gli asiatici e gli europei si trovino molte
figure simili. Come disse lo storico della civiltà Herman
Grimm, figlio di uno dei due fratelli Grimm, nelle favole si
può trovare il contenuto della grande storia universale nei
tempi primordiali, in quanto le fiabe ci offrono la possibilità
di leggere, all’interno di ogni racconto, dei diversi percorsi
di vita che celano importanti tracce di quello che è stato
il cammino dell’umanità, dei problemi, delle difficoltà e
delle ingiustizie in cui si è imbattuta e del modo in cui le
persone coinvolte hanno affrontato e superato le loro fasi
più difficili. Le favole sono in tal senso resti di una religiosità che ha origine nella preistoria e che comunicava in
immagini esperienze dell’anima e dello spirito.
Oltre che per la storia dell’umanità, le fiabe sono importanti
per la storia di ogni singolo individuo.
Gli studi recenti hanno infatti concluso che le fiabe sono
essenziali per lo sviluppo psicologico ed emotivo del bambino, per almeno 6 buoni motivi:
1) Stimolazione dell’inconscio.
2) Insegnamento morale.
3) Rinforzo dell’Io.
4) Sviluppo della conoscenza.
5) Sviluppo del linguaggio.
6) Soluzione dei problemi.
Stimolazione dell’inconscio
Le fiabe hanno un valore “terapeutico” in quanto sono
in grado di esorcizzare le ansie e le paure dei bambini,
consentendo la presa di coscienza e l’espressione, senza
sensi di colpa, del proprio inconscio. La fiaba permette
infatti ai bambini di comprendere ed esprimere la propria
vita interiore, le proprie emozioni, i propri sentimenti e le
proprie fantasie. Le fiabe parlano direttamente all’inconscio
del bambino, aiutandolo così a chiarire le sue emozioni più
profonde, i sentimenti nascosti e i processi interiori della
mente, le pulsioni aggressive e distruttive (quali rabbia,
invidia e gelosia). Ciò in virtù delle profonde risonanze
emotive che esse scatenano nel bambino: nella fiaba il bambino proietta le sue ansie e le sue paure, sperimenta forti
emozioni ma in maniera protetta perché sa che è finzione.
La fiaba in questo modo consente la soddisfazione indiretta
di tutti i bisogni più nascosti, anche quelli più distruttivi,
familiarizzando in maniera non traumatica con alcune
componenti oscure del proprio mondo interiore. La fiaba
offre infatti nuove dimensioni alla fantasia del bambino,
dimensioni che difficilmente riuscirebbe a scoprire da solo.
Così il materiale inconscio viene, in una certa misura,
lasciato entrare nella coscienza ed elaborato nell’immaginazione, diminuendo notevolmente la sua potenziale carica
di angoscia. Contemporaneamente il bambino è consapevole di non fare del male a nessuno e che tutto questo è
ammesso solo in quel contesto fantastico. Ogni oggetto,
sia esso un’immagine, un racconto o un altro evento posto
di fronte ad un soggetto, provoca un’insieme di reazioni
all’interno della realtà psicologica del soggetto. L’oggetto
che penetra la mente produce determinate conseguenze,
perchè interagisce con la complessità della realtà psicologica che lo ha accolto. La realtà psicologica è costituita da
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