100% Fitness Mag - Anno VII Febbraio 2013 | Page 28
100% FITNESS MAGAZINE
PSICOPEDAGOGISTA
rispetto di queste leggi universali,
che sono quelle più profonde, quelle
che reggono l’armonia del cosmo nel
quale tutti siamo calati.
Facciamoci caso: nel mondo, un terzo
della popolazione muore di fame, un
terzo è in sovrappeso e un terzo muore per obesità. Significa che qualcosa
non funziona: che troppe persone
identificano il benessere con l’eccesso di cibo, consumano gli alimenti in
maniera distratta, sbagliata, e alla fine
ne muoiono.
E ancora: anche nei rapporti erotici
spesso si vivono dei ruoli relazionali
non fondati sull’autonomia di pensiero e di comportamento individuale,
ma su schemi preformati, giochi di
dare e avere già collaudati.
Per cui si pensa: “Adesso sono in
coppia, quindi mi devo comportare
così, in modo ‘conforme’ allo schema
di coppia socialmente accettato”. In
fondo, spesso è come se all’interno
della coppia si recitassero i ruoli dei
partner, perdendo di vista la propria
identità. Ma una coppia così, alla
lunga, esplode. Basta che uno dei
due si renda conto che all’esterno
dell’unicum di coppia esista qualcosa
o qualcuno che consente una maggiore libertà d’espressione individuale, e
il rapporto va in crisi.
E allora possiamo dire che gli attaccamenti (gelosia, rabbia, possesso,
orgoglio, avidità..) limitano l’attività
del cervello, impedendogli di liberare
la sua energia creativa? Per esempio:
perché ci sforziamo di adattarci? Perché facciamo finta che ci appaghi un
lavoro di cui non ci importa più nulla
e lo subiamo senza trovare la forza di
alzare la testa e di essere felici della
nostra professione? Perché viviamo
l’amore come attaccamento o come
abitudine e non come manifestazione di creatività libera e spontanea?
Perché ci abbarbichiamo all’altro in
maniera sbagliata adattandoci a mille
mascheramenti forzati che ci impone
il timore della perdita?
La logica dell’adattamento
è una gabbia
Certo: una gabbia che a uno sguardo superficiale può apparire anche
confortevole, solida e protettiva, è
pur sempre una prigione. Il rischio
che corriamo, tenendo un comportamento ‘ingabbiato’, è altissimo e
nella maggior parte dei casi porta a
esiti negativi: chi ama, adattandosi
in maniera succube e unilaterale ai
desideri dell’altro, alla fine si rinchiude in una corazza, perde freschezza
e spontaneità; chi lavora’ facendosi
piacere’ persone e situazioni che lo
comprimono, alla lunga si ingrigisce
e, soprattutto, rinuncia al suo vero
essere, ai suoi talenti. In questo
modo, alla fine si spegne. Un tale
atteggiamento molto spesso è dettato da un eccessivo attaccamento
agli ‘ordini’ dettati dalla mente:
essa, contaminata com’è da generazioni di ‘buoni maestri’ e da modelli
esteriori che collezioniamo durante
tutta la nostra esistenza, diventa un
guscio che si sovrappone al nostro
reale sentire, che per sua natura è
morbido e cedevole: la mente è un
involucro che ci limita e ci irrigidisce. Se invece potessimo far fluire
liberamente le forze del cervello, senza indirizzarle a forza verso schemi a
noi già noti, potremmo sperimentare
l’autentica felicità. Una mente che
si ‘attacca’ alle cose e ai luoghi
comuni (o falsi ideali), è una mente
non creativa né libera, è una mente
in ‘sovrappeso’, che vive di scorie,
cioè di paure, ripensamenti, pensieri
dominanti, progetti sbilanciati verso
il futuro o ricordi agganciati a un
tempo passato. Il grasso corporeo,
così come le sovrastrutture mentali,
è una forma di protezione con la quale ci corazziamo per non affrontare
il mondo. Ingrasso e non mi metto
in gioco, mentalmente mi convinco
di non essere conforme allo schema
estetico dominante e nel frattempo
mi allontano, creo distanza fisica
tra ciò che sono e ciò che sento.
Così, una mente appesantita, proprio come un corpo obeso, non può
essere né agile né felice. Non può
conoscersi. Dunque, cerchiamo di
non temere di essere NOI, prima di tutto NOI. Non imponiamoci correzioni o censure, guardiamoci
serenamente allo specchio senza
suggerirci che cosa dobbiamo diventare, guardiamoci come se fossimo
completamente nudi, cioè liberi da
abiti mentali. E sorridiamo.
Sapete qual è il rischio che corre chi
non è felice? Si ammala più facilmente.
La felicità è un presupposto fondamentale della salute, è un eccezionale anticorpo contro le malattie. La
felicità ci salva la vita e la ricrea in
ogni istante..
28